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E’ iniziata la fase di riapertura dopo due lunghi mesi di chiusura del Paese. Anche per la dottrina la fase deve cambiare: non è più necessario creare spazi per commenti a caldo sulla crisi da pandemia e le sue conseguenze, ma - così come la politica deve iniziare a programmare strategicamente l’uscita dalla crisi - anche la riflessione scientifica deve uscire dalla fase di commenti (diventati sempre più) estemporanei (nonché ripetitivi) per costruire analisi scientificamente fondate e motivate che permettano di rispondere alle tante questioni rimaste aperte. Se ne possono elencare alcune a mo’ di esempio: a. Ancora non disponiamo di analisi scientifiche che ci spieghino le modalità della diffusione del virus e le differenze - anche rilevanti - nel numero dei contagiati e dei deceduti nelle diverse parti del mondo, in Europa, in Italia; b. Quali effetti avrà la crisi sulla globalizzazione, sulle supply chains, sulle modalità di organizzazione del lavoro; c. Quali saranno gli effetti geopolitici nel nuovo mondo post coronavirus; d. Che effetti avrà l’impoverimento dell’Africa e del Medio oriente su nuove ondate migratorie verso l’Europa; e. Quali effetti ci saranno sulla concezione e la costruzione del diritto della concorrenza; f. Quale nuovo rapporto si potrà costruire, a livello europeo, tra i principi che reggono l’economia di mercato, come scelta costituzionale compiuta dall’art. 3, comma 3, Tue, nel loro oscillare tra socialità e competitività (il Trattato fa riferimento ad un’ “economia sociale di mercato fortemente competitiva”); g. Come si riorganizzerà lo stato sociale in Europa e in Italia; h. Per quanto riguarda più strettamente l’Italia, che impatto avrà la crisi sulla tenuta economico-finanziaria del Paese (basta una sola domanda: a quale livello di rapporto debito pubblico-Pil ci attesteremo alla fine del 2020?), sulla tenuta politica, sulla tenuta istituzionale (forma di governo, rapporto Stato-regioni).
Nel chiudere l'Osservatorio sul Coronavirus, di cui oggi esce l’ultimo numero (sono stati pubblicati 54 contributi), mantenendo aperta l’area della documentazione, federalismi.it continuerà a seguire questi temi, ma con i tempi e le modalità della rivista scientifica, secondo il consueto modello di una discussione ampia e pluralistica.
(bc, mc, ff, mn, mas).