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Con la scomparsa di Maurizio Fioravanti, avvenuta a Prato (dove era nato nel 1952) il 19 agosto 2022, la scienza giuridica, declinata come costituzionalismo, perde uno dei suoi maggiori e migliori interpreti. I suoi studi sono imprescindibili per un giurista e, specialmente, un costituzionalista. Infatti, chi vuole conoscere la storia delle dottrine costituzionali tra Ottocento e Novecento non può non iniziare da Fioravanti. Magari leggendo il suo primo libro, che scrisse a 27 anni e dedicò a Giuristi e costituzione politica nell’Ottocento tedesco: un affresco a tutto tondo della dottrina giuspubblicistica tedesca nei suoi momenti fondativi da Jellinek in poi. Quel libro, insieme ai primi studi su Vittorio Emanuele Orlando, che tanto caratterizzano il suo percorso scientifico, gli valse la cattedra di storia del diritto italiano, che ebbe a Modena per poi passare a Macerata e infine approdare a Firenze, dove si era formato sotto la guida di Paolo Grossi. Con Fioravanti, e poi gran parte della scuola di Grossi, la storia del diritto si svincola dallo studio del periodo storico medioevale, che aveva segnato fortemente la materia con gli scritti, tra gli altri, di Calasso e di Piano Mortari, per divenire storia del diritto contemporaneo, specialmente come storia del costituzionalismo (sulla base di un progetto metodologico realizzato con i Quaderni fiorentini per la storia del pensiero giuridico moderno). Una innovazione culturale più che disciplinare, che ebbe in Fioravanti il più autorevole interprete. Che consentì di scavare alle radici delle dottrine costituzionali, soprattutto italiane, che a inizi del Novecento imprimevano fortemente il metodo del diritto pubblico. I numerosi studi che Fioravanti ha dedicato al pensiero e alla metodologia di Vittorio Emanuele Orlando, ma anche, tra i tanti, di Arcoleo, Mortati e Cammeo, hanno svelato e chiarito le fondamenta giuridiche dello Stato liberale e la forza propositiva delle dottrine che le sorreggevano, che influenzarono anche il primo periodo repubblicano. Dalle dottrine ai concetti: negli anni Fioravanti iniziò a dedicarsi sempre più, con numerosi studi, al concetto di costituzione e di costituzionalismo (v. Costituzione [il Mulino, 1999] e Costituzionalismo [Laterza, 2012]). Nella convinzione, ispirata ad Arcoleo, che la costituzione è insieme un sistema e una storia, sviluppando così il concetto di costituzione entro il processo storico del costituzionalismo, escludendolo dalle determinazioni del potere costituente. Gran parte dei suoi scritti, pubblicati in numerose riviste soprattutto nei Quaderni fiorentini, sono stati raccolti in due volumi: La scienza del diritto pubblico (2001), dove è possibile trovare tanti pregiati pezzi di un mosaico del costituzionalismo contemporaneo. L’ultimo suo libro è dell’anno scorso: Lezioni di storia costituzionale (2021). Che conferma e fa sua, ancora una volta, l’indicazione metodologica di James Bryce, secondo cui il costituzionalista deve essere sempre storico, non meno che giurista, se vuole comprendere l’oggetto dei suoi studi e discuterlo profittevolmente… (segue)
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