L’avvento della quarta rivoluzione industriale – da intendersi quale profonda trasformazione dell’organizzazione e del mercato del lavoro conseguente al progresso tecnologico – ha reso sempre più evidente l’intrinseca unione tra diritto e fenomeni sociali ed economici. Tanto che oggi il diritto interno, e in particolare il diritto del lavoro, è chiamato a dialogare con regolamentazioni differenti tra cui le leggi che governano internet. Ciò non sorprende in quanto uno degli elementi caratterizzanti la rivoluzione digitale è proprio il processo di raccolta e di analisi di dati (big data) reso possibile dalla introduzione di innovative infrastrutture tecnologiche, tra cui la blockchain. Questa rappresenta infatti una architettura informatica sicura, trasparente e immutabile nella gestione, non solo, dei rapporti economici, ma anche, delle relazioni giuridiche. In dettaglio la blockchain – annoverabile tra le distributed ledger technologies (DLT) – sebbene originariamente impiegata limitatamente alle transazioni tramite un sistema di criptovalute, è oggi divenuta anche strumento di regolamentazione di relazioni giuridiche attraverso l’utilizzo degli smart contratcs quali fattispecie contrattuali che operano “su tecnologie basate su registri distribuiti e la cui esecuzione vincola automaticamente due o più parti sulla base di effetti predefiniti dalle stesse” (cfr. art 8-ter d.l. 14 dicembre 2018, n. 135)… (segue)