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NUMERO 19 - 07/08/2024

 Profili dogmatici della discrezionalità prefettizia nella prevenzione e contrasto all’infiltrazione mafiosa

Abstract [It]: Il lavoro propone l’analisi di istituti a vario modo facenti parte della disciplina della prevenzione e del contrasto delle infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici, soprattutto con riferimento ad alcuni aspetti problematici emersi in sede applicativa. In particolare, ampia importanza è stata riservata alruolo della discrezionalità, riconosciuta dal legislatore all’Autorità prefettizia, nell’ambito delle misure dell’interdittiva antimafia e della neo-misura della prevenzione collaborativa. La discrezionalità, quale momento di sintesi del potere pubblico esercitato dal Prefetto, rappresenta il cardine del rapporto sia con l’eventuale successivo giudizio in sede processuale, di competenza del giudice amministrativo, sia con la possibile valutazione riservata al giudice della prevenzione, in ordine alla sussistenza dei requisiti per l’ammissibilità dell’operatore economico alla misura di “bonifica” aziendale , rappresentata dal controllo giudiziario delle aziende di cui all’art. 34 bis co.7. Infatti, se è vero che le interdittive antimafia ed il controllo giudiziario non condividono i medesimi presupposti, è pur vero che, considerata la conformazione legislativa del rapporto fra le due misure, appare potenzialmente configurabile una possibile “interferenza” in fase applicativa. Ben potrebbe accadere, invero, che il giudice penale – che accede ad una diversa regola probatoria, compendiata dalla formula “oltre ogni ragionevole dubbio” – si determini nel senso della insussistenza dei “tentativi” di infiltrazione mafiosa che, in sede amministrativa, avevano determinato l’Autorità amministrativa nel senso di interdire l’impresa, rivenendo, piuttosto, una agevolazione occasionale. Orbene, se sul piano formale, quindi, come pure messo in evidenza dalla letteratura in commento, non sia dato rinvenire un possibile contrasto tra misure, su un piano strettamente operativo, alcontrario, non è scontato riferire l’assenza di esiti interferenti tra le due parentesi valutative. Il lavoro termina con alcune conclusioni propositive.

 

Title: Dogmatic profiles of prefectorial discretion in the prevention and fight against mafia infiltration. Doubtful interferences between administrative and ordinary jurisdiction in the relationship between judicial control 'on request' and the anti-mafia interdiction order

Abstract [En]: The paper proposes the analysis of institutions variously forming part of the discipline of preventing and combating mafia infiltration in public procurement, especially with reference to certain problematic aspects that have emerged in its application. In particular, ample importance was given to the role of discretion, recognized by the legislator to the prefectural authority, in the context of the measures of the anti-mafia interdiction and the neo-measure of collaborative prevention. The discretion, as the moment of synthesis of the public power exercised by the Prefect, represents the cornerstone of the relationship both with the possible subsequent judgment at trial, which is the responsibility of the administrative judge, as well as with the possible assessment reserved for the prevention judge, regarding the regarding the existence of the requirements for the eligibility of the economic operator for the measure of corporate "reclamation" , represented by the judicial control of the companies referred to in Art. 34 bis co.7. In fact, while it is true that anti-mafia interdictions and judicial control do not share the same prerequisites, it is also true that, given the legislative conformation of the relationship between the two measures, a possible "interference" in the application phase appears potentially configurable. It could well happen, indeed, that the criminal judge - who accedes to a different evidentiary rule, summarized by the formula "beyond reasonable doubt" - determines in the sense of the non-existence of the "attempts" of mafia infiltration that, at the administrative level, had determined the Administrative Authority administrative authority in the sense of disqualifying the company, finding, rather, an occasional facilitation. Well, if on the formal level, therefore, as also highlighted by the literature in comment, a possible contrast between measures cannot be found, on a strictly operational level, on the contrary contrary, it is not obvious to report the absence of interfering outcomes between the two evaluation brackets. The paper ends with some propositional conclusions.

 

Parole chiave: diritto amministrativo; antimafia; prefetto; discrezionalità; PNRR

Keywords: administrative law; anti-mafia; prefect; discretion; PNRR

 

Sommario: 1. Introduzione breve. 2. Recenti evoluzioni legislative: approcci collaborativi e percorsi “risananti”. Il ruolo essenziale del Prefetto quale “rappresentante dello Stato al servizio dei cittadini”. 3. Il rapporto giuridico di diritto pubblico. La discrezionalità amministrativa fra antichi assiomi e nuovi orizzontali della dogmatica amministrativa. Considerazioni trasversali. 4. La discrezionalità prefettizia e le interdittive antimafia. La centralità dell’elemento motivazionale. 5. Il ruolo del giudice penale nel prisma dei rapporti interistituzionali. 6. Interferenze nella discrezionalità prefettizia: la parallela valutazione del giudice penale. 7.1. Il primo profilo problematico: la “necessaria sospensione” del processo amministrativo nelle more del controllo giudiziario ex art. 34 bis, co. 6, d. lgs. 159/2011 e la difforme posizione dell’Adunanza Plenaria. 7.2. Il secondo profilo problematico: il “ponte” costruito dal Legislatore tra la previa impugnazione del provvedimento interdittivo e l’ammissione dell’azienda al controllo giudiziario ex art. 34 bis, co. 6, d. lgs. 150/2011. 8. Conclusioni.



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