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NUMERO 7 - 08/04/2009

 Proposte liquido-sensoriali per il weekend

“Il mio compito qui è quello di collegare. Come su un quadro di comando, opero dei collegamenti. Questo posto è il nodo di tutto. Io collego ogni cosa a tutte le altre, in modo che non si disperdano. Questo è il mio compito. Manovrare il quadro di comando. Collegare. Le cose che cerchi, quelle che hai trovato. Collegare tutto. Capisci?”.
Lette queste righe, anch’io mi son trovato in balia dell'Uomo Pecora.
Adesso diventa tutto più chiaro, o meglio, più accettabile, ma nello stesso tempo tutto diventa più occulto. Molti nodi devono ancora venire al pettine e, molti non verranno mai. Ma è qui, a pagina 111, poco più di un quinto delle totali, che “il maestro” Haruki Murakami ci concede il privilegio di una lettura del suo “Dance Dance Dance”, tramite le parole dette dall'Uomo Pecora. Molte cose nella nostra vita non hanno spiegazione, molte si spiegheranno da sole con la velocità e imprevedibilità di un lampo a ciel sereno, molte invece si spiegheranno solo collegandosi ad altre, manovrate dall'Uomo Pecora. A pagina 111 ancora non ho capito tanto di questo fantomatico Uomo Pecora. Solo alla fine riuscirò a digerire il mistero della sua esistenza, o meglio, a dar razionalità impalpabile all'oscuro manovratore di tutto (o almeno del protagonista del libro).
Pagina 112, solo poche righe dopo:
 “Finora tu hai perso molte cose. Molte cose preziose. Il problema non è sapere di chi è la colpa. Il problema è che tu attaccavi sempre qualcosa di te a tutte le cose che perdevi. Non avresti dovuto. Avresti dovuto tenere qualcosa da parte per te, invece di lasciarla andare via con il resto. Così ti sei consumato poco a poco. Perché ? Perché ? Perché l'hai fatto?”.

(segue)



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