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di Renzo Dickmann
La Corte costituzionale precisa (e ridimensiona) il ruolo del “Tribunale dei ministri” e delle Camere nel procedimento per reati del Presidente del Consiglio e dei Ministri.
Le sentenze della Corte costituzionale n. 87 e 88 del 12 aprile 2012 segnano una nuova evoluzione della giurisprudenza costituzionale nell’ambito della complessa disciplina dei reati del Presidente del Consiglio e dei ministri. In questa sede si intendono formulare riflessioni strettamente limitate ai profili costituzionali della specifica questione dei rapporti tra l’autorità giudiziaria - con riferimento, da una parte, al pubblico ministero e al giudice delle indagini preliminari e, dall’altra, al tribunale dei ministri - le Camere e la Corte costituzionale in materia di reati del Presidente del Consiglio e dei ministri. Non ci si soffermerà pertanto sul dettaglio dei casi dai quali sono scaturiti i conflitti risolti con le sentenze in commento, per la ricostruzione dei quali si rinvia alle relative dettagliate premesse in fatto, dove sono illustrate le argomentazioni delle parti ricorrenti e resistenti. In breve la sent. n. 87 del 2012 risolve il conflitto di attribuzioni sollevato dalla Camera dei deputati nei confronti del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Milano e del Giudice per le indagini preliminari dello stesso Tribunale in relazione alle indagini poste in essere dal Procuratore nei confronti del Presidente del Consiglio pro tempore, membro della Camera dei deputati, ed alla conseguente richiesta di giudizio immediato relativamente al contestato delitto di concussione, nonché, in riferimento solo a tale ultimo reato, al decreto di giudizio immediato emanato dal Giudice per le indagini preliminari. La sent. n. 88 del 2012 risolve invece il conflitto di attribuzioni sollevato dal Senato della Repubblica nei confronti del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli e del Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Napoli con riguardo alle indagini e all’attività giurisdizionale svolta da tali organi nei riguardi, tra gli altri, del Ministro della giustizia in carica all’epoca dei fatti. In particolare la Procura di Santa Maria Capua Vetere aveva iniziato nei confronti del Ministro un procedimento penale, attribuendogli, in concorso con terzi, i delitti di abuso d’ufficio e concussione, commessi nella qualità di segretario nazionale di un partito politico nel periodo di tempo in cui era Ministro... (segue)
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