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NUMERO 8 - 17/04/2008

 Riforme. Razionalizzare ciò che è già emerso dalle scelte degli elettori

L’elettorato aveva stavolta a disposizione, in un panorama di offerta pressoché tutta nuova, quattro proposte principali: due di Governo, Pdl e Pd con i relativi junior partners, e due identitarie, Sinistra Arcobaleno e Udc.
In termini di voti non c’è dubbio che, sia pure in misura diversa, siano state premiate solo le due proposte di Governo, con un particolare beneficio per gli junior partners, utilizzati in entrambi i casi dall’elettorato portatore di critiche più radicali al sistema come una sorta di correttivo tribunizio interno alla proposta di Governo. 
Il Pdl cresce in termini reali di un milione e mezzo di voti validi, di cui 330.000 in Campania (effetto diretto dell’immondizia) e 380.000 mila del Lombardo-Veneto (anche qui in larga parte effetto di quella situazione in Campania). In fondo, se consideriamo la Lega come un equivalente funzionale dei tre principali partiti regionalisti spagnoli (Ciu, Pnv e Erc), rientra in standard quantitativi normali il fatto che il partito a vocazione maggioritaria debba fare i conti con un 6-7% di voti (e seggi) che lì si raccolgono, anche se nel caso spagnolo si ricorre (sinora) ad appoggi esterni e non a un Governo di coalizione. Uso il raffronto con la Spagna, qui e in seguito, perché è anche quello cronologicamente più vicino e anche per questo più stimolante... (segue)



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