![](/nv14/lib/images/focus120.jpg)
A seguito delle elezioni europee del 23-26 maggio 2019 e tenuto conto delle diverse scadenze previste, gli Stati membri dell’Unione europea e le principali famiglie politiche europee, il 2 luglio 2019, dopo un serrato negoziato, sono riusciti ad individuare le personalità da porre alla testa delle principali istituzioni politiche dell’Unione (Commissione europea, Consiglio europeo, Parlamento europeo), nonché dell’istituzione che guida la politica monetaria dell’Unione (Banca centrale europea). Vale la pena di ricordare che, per quanto riguarda la Commissione europea, il cui mandato cessa il 31 ottobre 2019, le posizioni apicali cui provvedere sono in linea di principio due e riguardano la presidenza, guidata negli ultimi cinque anni dal popolare lussemburghese Jean-Claude Juncker, e la posizione di alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza, che è al contempo vicepresidente della Commissione europea, detenuta nell’ultimo quinquennio dalla socialista e democratica italiana Federica Mogherini. Peraltro, al fine di raggiungere un compromesso più ampio, soprattutto sotto il profilo dell’equilibrio geografico tra Stati membri e tra le famiglie politiche che formano la maggioranza al Parlamento europeo, il Consiglio europeo ha anche preso in considerazione l’inserimento nel pacchetto globale di nomine anche talune posizioni di vicepresidente della Commissione, nonostante che, ai sensi del trattato, la relativa nomina sia prerogativa del presidente della Commissione (art. 17, par. 6, lett. c). Per quanto concerne la presidenza stabile del Consiglio europeo, che ha una durata di due anni e mezzo, rinnovabile una sola volta, la funzione, ricoperta dal 2014 dal popolare polacco Donald Tusk, viene a scadenza il 30 novembre 2019. Per quanto riguarda il presidente della Banca centrale europea, che ha un mandato di otto anni, l’ex governatore della Banca d’Italia Mario Draghi cesserà il 31 ottobre 2019. Infine, il Parlamento europeo, presieduto dal 17 gennaio 2017 dal popolare italiano Antonio Tajani, il 3 luglio 2019 ha eletto il proprio presidente, 14 vicepresidenti e 5 questori… (segue)
Il parlamentarismo dualistico francese dopo le elezioni legislative 2024: un sistema elettorale che non garantisce la stabilità di governo e non mette in evidenza i poteri costituzionali del Capo dello Stato, del Parlamento e del Governo
Jacques Ziller (10/07/2024)
Le elezioni messicane del 2 giugno 2024: consolidamento della democrazia pluralistica o anteprima dell'erosione democratica?
Marco Olivetti (26/06/2024)
Europee: Italia al voto tra astensionismo e polarizzazione
Lorenzo Pregliasco e Valentina Porta (12/06/2024)
I controlli della Corte dei conti e i complessi equilibri del sistema delle autonomie
Paolo Pietrangelo (03/06/2024)
Disinformazione e intelligenza artificiale nell’anno delle global elections: rischi (ed opportunità)
Oreste Pollicino e Pietro Dunn (29/05/2024)