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Dove va l’Europa? Oggi, ad aprile 2019, con il Regno Unito in piena crisi politica da Brexit ed a meno di due mesi dalle elezioni che porteranno al rinnovo del Parlamento europeo, questa domanda appare quanto mai pressante. Dove va l’Europa? Che ne sarà nel prossimo futuro della più innovativa esperienza degli ultimi settant’anni nell’antico continente? Come dialogheranno (se dialogheranno) sovranisti ed europeisti? Riusciranno le istituzioni dell’Unione a far fronte alle crisi economiche, ma anche e soprattutto politiche per dare nuovo slancio al cammino comune? Prevarrà la logica franco-tedesca del recente Trattato di Aquisgrana o si riuscirà a mantenere una logica - più difficile, certamente, ma più aderente agli ideali comuni – di pluralismo? Tutte domande ( e se ne potrebbero fare molte altre) che si possono riassumere in quell’unica domanda: dove va l’Europa? Non è un caso, dunque, che proprio “Dove va l’Europa? Percorsi e prospettive del federalizing process europeo” sia il titolo del Progetto PRIN 2017, presentato da Beniamino Caravita come P.I. con il coinvolgimento di studiosi delle Università di Roma, Torino, Milano e Bologna (i cui responsabili scientifici, oltre al P.I. per l’unità di Roma, sono rispettivamente Annamaria Poggi, Massimo Condinanzi e Andrea Morrone), che ha avuto acceso al finanziamento pubblico per i prossimi tre anni. Il progetto è quello che viene descritto nelle pagine che seguono e merita, a nostro parere, di essere condiviso perché la linea di ricerca non riguarda solo chi è direttamente coinvolto, ma – come dice anche l’acronimo PRIN – riteniamo essere davvero di “interesse nazionale”: provare, infatti, a dire dove va l’Europa è sostanzialmente provare a dire dove va l’Italia… (segue)
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