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Dal 6 all’8 giugno circa 400 milioni di persone nei 27 paesi dell’Unione Europea sono state chiamate alle urne per eleggere il nuovo Parlamento Europeo. Da questo voto dipende la successiva nomina della Commissione Europea e la direzione che l’Unione prenderà nella gestione delle sue aree di competenza. Un appuntamento che in Italia non è stato molto sentito, come dimostrano una campagna elettorale tiepida incentrata principalmente sui temi nazionali e soprattutto la più bassa affluenza della storia della Repubblica. Meno della metà degli italiani ha votato: si è recato alle urne il 49,7% degli aventi diritto. Un calo di 6,4 percentuali rispetto al 2019 e la conferma di un trend discendente degli ultimi anni. Una tendenza che non si riscontra in tutti i paesi europei, ma coerente con alcuni dei più grandi e simili al nostro, come Francia e Spagna. La bassa affluenza in Italia può essere spiegata in parte con la distanza che gli elettori percepiscono rispetto all’Unione Europea. A suggerire questa ipotesi sono le tendenze di voto nei comuni interessati anche dal voto amministrativo: l’affluenza è più alta della media in quei comuni che hanno votato anche per il rinnovo dell'amministrazione comunale (63,9%, +14,2 punti percentuali)... (segue)
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