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NUMERO 33 - 02/12/2020

Il Cile torna sotto i riflettori: un processo costituente in una democrazia consolidata

A prima vista, il processo costituente avviato in Cile alla fine del 2019 è un fenomeno specificamente cileno, con cause unicamente locali e con sviluppi che riguarderanno solo lo Stato ed il popolo della Repubblica cilena. Esso sarebbe comprensibile solo alla luce della storia del Cile e sarebbe, in fondo, la conferma di quel certo grado di “insularità” che ne ha a lungo caratterizzato la storia, distinguendola, per molti aspetti, da quella delle altre repubbliche sorte in America Latina nei primi decenni del XIX secolo. E in effetti le peculiarità del percorso sinora culminato nel plebiscito del 25 ottobre 2020 e destinato a svilupparsi nei prossimi due anni sono assai marcate e devono essere spiegate anzitutto alla luce della storia nazionale cilena, in particolare degli ultimi cinque decenni di essa. Questa constatazione, tuttavia, non può essere spinta sino in fondo. Esistono alcune coordinate – per così dire – internazionali e comparate dell’attuale vicenda cilena. Coordinate che richiamano in primo luogo il contesto istituzionale e politico latino-americano e più in generale lo scenario globale del nostro tempo. Prima di formulare alcune valutazioni dal punto di vista costituzionale sul processo costituente cileno, è opportuna una doppia – anche se estremamente sommaria – retrospettiva, ricordando: a) i caratteri della democratizzazione imperfetta dello Stato cileno negli ultimi quattro decenni e il ruolo svolto al riguardo dalla Costituzione del 1980, alla cui abrogazione è finalizzato il processo costituente in corso; b) i caratteri e la tempistica di tale processo, sia per quanto è già accaduto, sia per le scadenze in calendario nei prossimi due anni. Su entrambi i punti si tenterà di collegare la vicenda cilena al contesto internazionale. L’antefatto ultimo delle attuali vicende cilene va ravvisato negli eventi che fra il 1970 ed il 1973 fecero del Cile un caso di rilievo globale, nonostante esso avesse radici specificamente nazionali. La storia della transizione (tentata e fallita) al socialismo reale durante la presidenza Allende (1970-73) e il colpo di stato militare dell’11 settembre 1973, che vi pose fine, sono infatti un capitolo della guerra fredda e della sua variante latino-americana, che assunse forme nazionali specifiche in ciascuna delle Repubbliche a sud del Rio Grande. La particolarità cilena rispetto ad altri Paesi fu il carattere prevalentemente legalitario e pacifico della tentata fuoruscita dal modello liberal-democratico occidentale… (segue)



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