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NUMERO 20 - 24/10/2018

Il Documento programmatico di bilancio per il 2019 sotto la lente delle regole europee: prospettive di breve e medio periodo

Il 23 ottobre 2018 la Commissione europea, riunita a Strasburgo, come sovente accade quando la riunione del Collegio coincide con una sessione plenaria del Parlamento europeo, ha adottato un parere con riguardo al Documento programmatico di bilancio per il 2019, trasmesso dall’Italia il 15 ottobre precedente. Sebbene un giudizio critico da parte della Commissione fosse abbastanza scontato, la richiesta di presentare al più tardi entro tre settimane, un nuovo documento programmatico riveduto costituisce una novità assoluta nel contesto della governance economica. Invero, nel quadro dell’applicazione del regolamento (UE) n. 473/2013, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2013, sulle disposizioni comuni per il monitoraggio e per la correzione dei disavanzi eccessivi negli Stati membri della zona euro, è la prima volta che la Commissione europea richiede ad uno Stato membro di formulare un documento riveduto, in considerazione della rilevata inosservanza, ritenuta particolarmente grave, della raccomandazione in materia di bilancio che il Consiglio dell’Unione aveva rivolto all’Italia il 13 luglio 2018. Di qui l’utilizzo da parte dei media e dei commentatori del termine “bocciatura”, tecnicamente improprio, ma certamente evocativo. Nella presente analisi mi propongo, anzitutto, di situare la vicenda nel quadro delle regole pertinenti, di riassumere, poi, sia l’iniziale dialogo tra il Governo e la Commissione sul documento programmatico di bilancio sia il contenuto del parere, per descrivere, infine, la procedura a venire, indicando gli scenari e le conseguenze che ne possono derivare per il Paese a breve e medio periodo… (segue)

 



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