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NUMERO 1 - 10/01/2024

Il Governo si riorganizza e si dispone a trattare con le Regioni prima della impugnazione delle leggi: verso il regionalismo contrattuale?

La Direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri 23 ottobre 2023 sin dalla Premessa “fotografa” lo stato di fatto e si propone di affrontare il carico del contenzioso costituzionale tra lo Stato e le regioni con una decisione di alta amministrazione, che ha lo scopo di realizzare la risistemazione interna dei rapporti tra i Ministeri e la Presidenza del Consiglio dei ministri. Il conflitto permanente tra lo Stato e le regioni è affrontato, così, ristabilendo le relazioni tra uffici statali che, evidentemente, non erano in grado di far viaggiare rapidamente le informazioni per il Consiglio dei ministri e avere una istruttoria completa per dar seguito alla decisione di impugnare le leggi regionali o gli statuti regionali nei tempi brevi previsti dagli artt. 127 e 123 della Costituzione. Si tratta di un conflitto istituzionale rilevantissimo perché alimentato per il 90 per cento dallo Stato e che, come riportato in Premessa dalla direttiva, copre al 2022 il 30 per cento delle decisioni della Corte costituzionale, anche se negli ultimi anni aveva superato il 40 per cento. Per definire il contesto la direttiva ricorre ad una constatazione di fatto: “in molteplici occasioni, le regioni e le Province autonome abrogano o modificano le disposizioni oggetto di impugnazione” nelle more del giudizio costituzionale e ciò accade “molto spesso, all’esito di negoziazioni tra lo Stato e la Regione o la provincia autonoma”... (segue)



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