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Nel proporre ad alcuni colleghi e amici sudamericani l’idea di riflettere sugli istituti e sulle premesse della democrazia partecipativa ho avuto cura di evidenziare le proporzioni e le conseguenze delle lacerazioni vissute da alcune democrazie europee ai tempi della crescita della ondata “populista” che nel 2019 ha lambito le consultazioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Come è noto, nell’alveo della grave crisi economica e finanziaria dell’area euro e di una progressiva e inarrestabile perdita di identità dei partiti politici eredi di quelle formazioni politiche che avevano fatto la storia del Novecento, si è sviluppato il discorso populista fondato attorno alla invocazione della democrazia diretta (in nome di un’idea globale e indistinta della volontà del popolo) e al sostanziale ripudio del modus operandi delle istituzioni e dei centri decisionali dell’Unione europea. Negli ultimi cinque anni i rigurgiti di quelle istanze populiste, che sono andate ridimensionandosi... (segue)
Dopo un difficile compromesso, fumata bianca al Consiglio europeo sui principali posti apicali nell'Unione europea
Carlo Curti Gialdino (03/07/3019)
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Europee: Italia al voto tra astensionismo e polarizzazione
Lorenzo Pregliasco e Valentina Porta (12/06/2024)
I controlli della Corte dei conti e i complessi equilibri del sistema delle autonomie
Paolo Pietrangelo (03/06/2024)
Disinformazione e intelligenza artificiale nell’anno delle global elections: rischi (ed opportunità)
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