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NUMERO 18 - 06/10/2010

La gestione del nuovo processo amministrativo: adeguamenti organizzativi e riforme strutturali

Il Codice del processo amministrativo è in questi mesi al centro dell’attenzione di studiosi e operatori del settore, che ad esso hanno dedicato numerosi seminari e convegni. Fra i tanti, l’appuntamento di Varenna si contraddistingue, oltre che per la sua “storica” autorevolezza, per la quasi perfetta coincidenza temporale con l’entrata in vigore del Codice, che indubbiamente costituisce un passaggio di estrema rilevanza nella vicenda, ormai più che secolare, della giustizia amministrativa. Non appare quindi azzardato parlare di una “svolta epocale”, che è un’espressione spesso adoperata in modo esagerato o a sproposito, ma che in questo caso sembra appropriata all’importanza dell’evento.
Il mio giudizio può apparire “influenzato” dal ruolo che ho svolto nell’elaborazione del nuovo testo normativo, dall’impegno profuso al riguardo, sia all’interno della Commissione istituita per la sua predisposizione che nelle altre sedi istituzionali nelle quali il Codice ha proseguito il suo iter, e dalla soddisfazione per il conseguimento di un obiettivo per il quale molti avevano lavorato in passato, senza però mai giungere a un così significativo risultato di riordino sistematico.
Ciò, tuttavia, non significa che io non colga anche i limiti e le possibili criticità che la codificazione appena varata può presentare, come messo in luce da studiosi e osservatori con rilievi che a mio avviso talora appaiono non privi di fondatezza e che meritano comunque attenzione. E’ peraltro indubitabile che il varo del Codice deve essere considerato un decisivo passo avanti sotto il profilo sia della certezza e della chiarezza del quadro normativo che del perseguimento di più avanzati obiettivi di tutela del cittadino nei rapporti con la pubblica amministrazione... (segue)



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