editoriale di Beniamino Caravita
La giustizia costituzionale in trasformazione: la Corte tra giudice dei diritti e giudice dei conflitti. Introduzione
L'incontro dell'11 luglio presso la Facoltà di Scienze Politiche, sociologia e della comunicazione - che ha e vuole conservare carattere seminariale e di prima discussione - nasce dalle riflessioni compiute sul tema della "giustizia costituzionale in trasformazione" all'interno del gruppo dei giovani studiosi e ricercatori che lavorano nell'ambito delle cattedre di diritto pubblico e di diritto costituzionale comparato della Facoltà di scienze politiche della Sapienza, del corso di laurea in scienze dell'amministrazione presso la medesima Facoltà e della rivista "
federalismi.it".Punto di partenza è stata l'osservazione di alcuni fenomeni che hanno interessato negli ultimi dieci-quindici anni la giustizia costituzionale nel nostro paese (in collegamento con quanto sta avvenendo anche in ambito europeo). In primo luogo, va ricordato che la tecnica interpretativa della "interpretazione conforme a costituzione"
(su cui si sofferma G.Laneve) - pur di risalente teorizzazione - ha trovato proprio nell'ultimo decennio un riconoscimento, un ampliamento ed una diffusione non immaginabili. In un contesto in cui qualche autore ritiene addirittura che la valutazione dell'impossibilità della interpretazione conforme sia diventata il "terzo" requisito della sollevazione della questione di legittimità costituzionale, e in cui la Corte è giunta a ritenere che l'obbligo di interpretazione conforme prevale addirittura sulla richiesta di incostituzionalità della disposizione su cui si sia creato un diritto vivente incostituzionale, il tema non è più solo quello, in qualche modo tradizionale, della condivisione tra giudice costituzionale e giudici comuni del compito di interpretazione della Costituzione. La questione non è più dunque solo quella di chi sia la vestale della costituzione e chi della legge: siamo ormai andati più in là... (segue)
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