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NUMERO 19 - 10/10/2007

La legge finanziaria 2008 tra fondati timori e necessità di riforma

Palazzo Chigi
  PALAZZO CHIGI 
+ DDL Finanziaria 2008
+ DL n. 159/2007
+ Aggiornamento DPEF 2008-20011

A pochi giorni dalla presentazione del disegno di legge finanziaria per il 2008, ed a prescindere da qualsivoglia considerazione sul suo contenuto, non possono nascondersi fondati timori in ordine a quanto potrebbe avvenire nel corso della sessione di bilancio che occuperà buona parte dei lavori parlamentari dei prossimi mesi. Lo stesso Presidente della Repubblica, con una nota irritualmente formulata al momento dell’autorizzazione del predetto d.d.l., ha mostrato “grave preoccupazione” per la prassi invalsa nella formulazione e nella discussione dei provvedimenti di bilancio.

Il Capo dello Stato, invero, ha segnalato qualche limitato progresso, ma è davvero ancora troppo poco. Ad esempio, si rileva una riduzione del numero delle disposizioni, e qualche norma, va aggiunto, è stata già stralciata dal contenuto del d.d.l. nel corso della valutazione sull’ammissibilità appena compiutasi in Senato.

 

Tuttavia, anche ad un sommario sguardo risulta che il numero complessivo degli articoli è di poco inferiore al centinaio e che parecchi articoli presentano più di una decina di commi, per non parlare poi degli art. 3, 4 e 5 – in materia di IRES, Iva, semplificazioni fiscali, e accise - che sono costituiti rispettivamente da ben 40, 36 e 47 commi per di più assai estesi.

 

In via generale, inoltre, deve sottolinearsi che la flessibilità, se non addirittura l’ambiguità delle deroghe poste dalla disciplina legislativa in ordine al divieto di norme a carattere ordinamentale o organizzatorio all’interno del cd. contenuto eventuale della legge finanziaria (si ricordi, in particolare, quanto è disposto nelle lett. i-bis e i-ter dell’art. 11, comma 3, della l. 468/1978 come modificata dalla l. 208/1999), così come l’interpretazione assai lasca che è prevalsa nella prassi parlamentare, per un verso hanno consentito di proporre anche in questo d.d.l. numerose disposizioni la cui incidenza sulla finanza pubblica è per lo meno dubbia, per altro verso lasciano ancora spazio alla possibilità che nel corso del procedimento di approvazione si inseriscano nuove disposizioni, su iniziativa parlamentare o dello stesso Governo, che potrebbero ulteriormente ingigantire un testo di per sé già sin troppo corposo e di difficile lettura...(Continua)



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