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NUMERO 11 - 17/05/2023

La legge sulle lobby è indispensabile per la democrazia

Tra i tanti record mondiali del nostro paese ve ne è uno quasi del tutto sconosciuto. L’Italia è il primo paese al mondo per numero di disegni di legge presentati per regolamentare il lobbying e mai approvati: dal 1976 ad oggi se ne contano 108. L’analisi di queste proposte mostra l’evoluzione della percezione dei gruppi di pressione da parte del legislatore sintetizzabile in cinque diverse fasi. La prima fase va dal 1976 al 1988. In questo periodo i disegni di legge presentati si caratterizzano, da un lato, per la confusione tra l’attività di lobbying e l’attività di comunicazione istituzionale (la prima percepita come sinonimo della seconda), e, dall’altro, per il giudizio estremamente negativo nei confronti del lobbying che andava disciplinato per essere limitato in quanto idoneo ad inficiare la valutazione solipsistica del decisore pubblico. La seconda fase prende avvio con l’intervista rilasciata, nel novembre del 1988, dall’allora Ministro per le riforme istituzionali, Antonio Maccanico: per Maccanico occorreva regolare le lobby nel quadro di una profonda riforma del sistema istituzionale, dato il ruolo svolto dai gruppi di pressione nella definizione dell’indirizzo politico. Dopo l’intervista non seguirono atti concreti ma da allora, fino al 2007, i disegni di legge presentati hanno superato la confusione tra lobbista e professionista della comunicazione, pur mantenendo il giudizio negativo sulle lobby e l’esigenza di regolare il settore in funzione di contrasto della corruzione. Questa seconda fase, non a caso, culmina con l’istituzione nel corso della XIII legislatura, presso la Camera dei deputati, di una Commissione speciale istituita al fine di esaminare progetti di legge recanti misure per la prevenzione e la repressione della corruzione.  In seno a questa Commissione vennero discussi diversi disegni di legge volti a disciplinare l’attività di rappresentanza degli interessi presso i pubblici poteri, abbinati in un unico provvedimento anti-corruzione. E tuttavia, quando il disegno di legge licenziato dalla Commissione speciale arrivò in Aula, il 21 gennaio 1998, una maggioranza trasversale chiese lo stralcio delle norme relative alle lobby e il rinvio di questa parte del testo in commissione. Il disegno di legge risultante dallo stralcio, recante “Disciplina delle attività di relazione, per fini istituzionali e di interesse generale, svolta nei confronti delle Assemblee legislative e dei responsabili degli organismi amministrativi” (a.C. 4594 e abbinati), ritrasmesso in Commissione per una nuova istruttoria, cadde nel dimenticatoio… (segue)



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