![](/nv14/lib/images/focus120.jpg)
Esistono alcune decine di studi, di carattere storico o costituzionale, nei quali si sostiene che l’avvento del nazismo in Germania vada ricostruito alla luce sia delle dure sanzioni inflitte alla Germania dalle potenze vincitrici, al Congresso di Versailles, sia dello scarso appoggio assicurato dalle potenze europee alla Repubblica di Weimar (qualcuno sosteneva che il popolo tedesco fosse poco adatto alla democrazia). Insomma, nei confronti della prima democrazia tedesca sarebbero stati commessi gravi “errori”, che avrebbero poi avuto gravi ripercussioni su tutto il continente. Ci pare che non si possa accusare gli studiosi che lavorano a quel tipo di ricostruzione di “giustificare”, con la loro proposta interpretativa, di giustificare il Patto di Monaco o i crimini perpetrati dal nazismo. La devastante efferatezza delle azioni compiute dal Daesh e da altre organizzazioni jihadiste sta spingendo opinionisti e uomini di cultura a reagire con stizza («basta con il solito “mea culpa” dell’Occidente») a ogni tentativo di comprendere le cause dell’insorgenza islamista e di mettere in luce eventuali errori di analisi e di valutazione, ma anche di politica estera, commessi in Occidente. Sembra quasi che il suddetto sforzo ermeneutico debba preparare la strada a una trattativa con il califfato nero e a una giustificazione dei suoi crimini. Si tratta di un atteggiamento rischioso, in quanto sbarra la strada all’identificazione del nemico (perché di questo si tratta) – condizione necessaria per il suo isolamento e per la sua neutralizzazione. Abbiamo già proposto, in questa sede, un tentativo di inquadramento del fenomeno del Daesh sotto il profilo della dottrina costituzionale. Riprendiamo qui il discorso, alla luce anche dei recenti fatti, cercando di identificare le variabili in campo e di rilanciare qualche riflessione critica sui paradigmi abitualmente utilizzati nell’analisi dell’Islam politico contemporaneo... (segue)
Dopo un difficile compromesso, fumata bianca al Consiglio europeo sui principali posti apicali nell'Unione europea
Carlo Curti Gialdino (03/07/3019)
Il parlamentarismo dualistico francese dopo le elezioni legislative 2024: un sistema elettorale che non garantisce la stabilità di governo e non mette in evidenza i poteri costituzionali del Capo dello Stato, del Parlamento e del Governo
Jacques Ziller (10/07/2024)
Le elezioni messicane del 2 giugno 2024: consolidamento della democrazia pluralistica o anteprima dell'erosione democratica?
Marco Olivetti (26/06/2024)
Europee: Italia al voto tra astensionismo e polarizzazione
Lorenzo Pregliasco e Valentina Porta (12/06/2024)
I controlli della Corte dei conti e i complessi equilibri del sistema delle autonomie
Paolo Pietrangelo (03/06/2024)