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NUMERO 17 - 24/07/2024

Politica industriale europea e ‘questione’ amministrativa: alcune indicazioni preliminari

Chips ActGreen Deal, dipendenze strategiche, “doppia transizione”: bastano questi riferimenti e queste espressioni per farci capire l’ampiezza con cui la politica industriale è tornata in Europa. E che sia destinata a rimanerci ce lo dice, con la chiarezza della realtà, il concorrere di diversi elementi. Ci sono, prima di tutto, quelli che si muovono sul piano delle idee, con il formarsi, a livello globale, di una convinzione per molti versi dominante a sostegno di un intervento pubblico ‘per’ la manifattura. Negli anni più recenti c’è stato l’emergere di pensatori influenti come Dani Rodrik a Mariana Mazzucato, che hanno dato vita a consolidate formule di policy come quella dello “Stato imprenditore”. Nello stesso periodo le istituzioni economiche internazionali sono andate riconoscendo e promuovendo un necessario ‘ritorno’ della politica industriale. La narrazione politica ha qui, ormai, una delle sue più ricorrenti formule, quello che è divenuto un vero e proprio mantra: dalla Modern American Industrial strategy del Presidente USA Joseph Biden, sino all’impostazione di Emmanuel Macron, sintetizzata nello slogan “più fabbriche e meno dipendenze”. Un discorso politico con una ricaduta molto concreta, come dimostra la vera e propria ‘esplosione’ di iniziative sul tema, con più di 2500 misure di politica industriale attuate su scala globale nel 2023... (segue)



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