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Riforme istituzionali e forma di governo. Un confronto

L’oggetto del seminario è tale che c’è il rischio di allargare troppo l’ambito dei temi trattati, rendendo dispersivo e in definitiva poco utile l’incontro. Invece se gli interventi si concentreranno su alcuni fondamentali profili, sarà più facile evidenziare quali sono i principali orientamenti che esistono nella comunità dei costituzionalisti, e così anche le distanze ma anche le mediazioni possibili tra linee diverse di politica costituzionale. Il tutto in un’ottica costruttiva e non partigiana perché le istituzioni sono la “casa comune”.

Prima di indicare i profili che, a nostro parere, sono di maggiore interesse, crediamo opportuno fare una premessa. Il seminario non è diretto a fare un’analisi di diritto costituzionale comparato né a individuare quello che in astratto è il miglior modello istituzionale. Piuttosto, si pone il problema di quali sono le riforme istituzionali che nelle specifiche condizioni storiche e sociali dell’Italia d’oggi possono contribuire a rafforzare la legittimità democratica delle istituzioni e la loro rappresentatività insieme con la stabilità e l’efficacia decisionale.   

Nella prospettiva tratteggiata i profili che, a nostro sommesso parere, può risultare utile affrontare possono essere così sintetizzati:

  1. se esistono ragioni oggettive che spingono, nel contesto geopolitico, economico e socio-politico interno, a favore di un rafforzamento della funzione di governo;
  2. in che misura le eventuali riforme debbano ripartirsi tra il livello della costituzione formale e quello della legislazione ordinaria;
  3. in che misura e come le proposte di riforma debbano tenere in considerazione il ruolo importante per il buon funzionamento della democrazia italiana che ha assolto, sia pure in fasi politiche diverse, il Presidente della Repubblica;
  4. se presidenzialismo e semipresidenzialismo (nelle loro diverse accezioni), adattati alla realtà italiana, siano soluzioni opportune ai problemi attuali;
  5. se il governo del premier o  neoparlamentarismo possa essere una soluzione adeguata; quali sono le varianti di neoparlamentarismo e quale possa essere la migliore per l’Italia;
  6. se il neoparlamentarismo debba necessariamente implicare il principio “simul stabunt simul cadent” ovvero se sia preferibile adottare qualche correttivo all’assolutezza di questo principio;
  7. come deve essere configurato il potere di scioglimento anticipato del parlamento in un sistema neoparlamentare;
  8. se, invece dell’elezione diretta del Premier, esistono altre tecniche, nell’ambito del parlamentarismo razionalizzato, per assicurare una maggiore stabilità e omogeneità del Governo;
  9. con quali strumenti rafforzare la funzione del premier di dirigere la politica del Governo e mantenere l’unità del suo indirizzo politico e amministrativo;
  10. se la riforma debba implicare una modifica dello statuto del governo in parlamento e del potere normativo dell’esecutivo;
  11. se e in che modo il rafforzamento del governo dovrebbe essere bilanciato dal rafforzamento del controllo del parlamento, da una modifica delle sue modalità di funzionamento, e, in relazione alle riforme proposte, da una nuova disciplina dei controlli costituzionali.

Infine, il successo in termini di partecipazione che ha avuto l’iniziativa, organizzata dalla rivista Federalismi e ospitata dal Cnel, impone due precisazioni. La prima è che ciascun intervento dovrà concentrarsi nei tempi stabiliti di cinque minuti. Siamo consapevoli che un limite temporale così ristretto limiterà la ricchezza dell’analisi, ma di contro imporrà a ciascuno di indicare nettamente la propria posizione e di concentrarsi su quelli che ritiene i punti davvero importanti. Il rispetto del limite temporale consentirà, peraltro, di esprimere la propria opinione ad un numero più elevato di studiosi. La seconda è che tutti i partecipanti, quindi anche coloro che non faranno in tempo ad intervenire, potranno rassegnare le loro riflessioni ad un contributo scritto, che verrà pubblicato sulla rivista Federalismi e in un volume della relativa collana edita da Giappichelli; per maggiore snellezza e celerità si raccomanda una lunghezza di non più di 30.000 battute, spazi inclusi, con sole note essenziali e consegna entro fine mese.

Vi ringraziamo dell’attenzione che avete concesso a questa nota e vi salutiamo cordialmente, nell’attesa di incontravi personalmente il 17 maggio alle ore 16.00 nella bella sede del Cnel.



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