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NUMERO 13 - 25/06/2008

Le nuove sfide del partito unitario del centro destra

 Il processo di unificazione dei partiti del centro – destra in Italia inizia da lontano. Con la vittoria del 1994 conquistata, grazie a due diverse alleanze, di Forza Italia al Nord con la Lega e al Sud con l’MSI, viene sdoganato il partito di Fini, si pone fine al sistema di democrazia bloccata, che aveva caratterizzato per decenni la cd Prima Repubblica, ma si rimane legati a logiche di coalizioni frammentate e litigiose che intralciano, in maniera seria, l’attività del Governo. 
Soltanto dopo la sconfitta alle elezioni politiche del 1998 della coalizione composta da Forza Italia, Alleanza Nazionale e il Ccd (ma non dalla Lega che decise di correre da sola) cominciò a svilupparsi la consapevolezza che il sistema di alleanze costruito da Silvio Berlusconi non era più in grado di rappresentare l’intero corpo elettorale dell’area moderata e liberale, non riconducibile ai tradizionali partiti di centro sinistra. Fu proprio durante i Governi dell’ Ulivo guidati prima da Prodi, poi da D’Alema ed in ultimo da Giuliano Amato che, nello schieramento di centro destra, si diede avvio ad una graduale trasformazione. Lentamente, si comincia a delineare una vera alleanza politica che prende il posto dell’originario cartello elettorale.
L’intuizione di una parte della classe dirigente di allora andava nella direzione di allargare il perimetro del centro destra, includendo non soltanto formazioni a vocazione territoriale, come il Carroccio, ma anche gruppi minori di ispirazione repubblicana, liberale e socialista. L’occasione per sperimentare la reale capacità politica di aggregazione di una coalizione che fungesse da collettore delle diverse anime del centro destra si presenta con il voto regionale del 2000. Vede la luce la Casa delle Libertà, che, confidando su una visione del mondo comune del suo elettorato e su una leadership indiscussa, nasce con l’intento di realizzare l’ ambizioso obiettivo di collocarsi “Oltre il Polo”.
Con le elezioni del 2001, il progetto di unificazione politica trova anche l’ausilio del “Mattarellum”, sistema elettorale con una precisa connotazione maggioritaria e bipolare che incoraggia le forze politiche a presentarsi con un unico simbolo nei collegi uninominali. Ma l’esperienza di governo evidenziò differenze piuttosto vistose tra le diverse componenti dell’esecutivo, che diedero luogo ad una dialettica, a volte assai aspra, soprattutto tra FI e UDC anche su aspetti programmatici di non secondario rilievo (aiuti alle famiglie, politiche di supporto per il Meridione) culminate nella crisi di governo, con le dimissioni del Presidente del Consiglio, la nascita del Berlusconi Ter e l’approvazione di una legge elettorale di matrice proporzionalistica che sembrava essere stata ideata allo scopo di premiare i tratti identitari di ciascuna formazione, a scapito dell’assetto bipolare che si era, non senza difficoltà, tentato di imprimere al sistema politico italiano.

(segue)



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