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NUMERO 29 - 21/10/2020

Gli Stati Uniti. Donald Trump e i checks and balances

The First New Nation. Così Seymour M. Lipset definì la prima nuova nazione costruita in un “nuovo” continente, con istituzioni innovative rispetto al passato monarchico europeo. Il capo del governo – che rappresenta esso stesso l’Esecutivo - eletto direttamente dal corpo elettorale anziché seduto su un trono per indicazione divina, derivazione familiare e prassi formalizzata dai riti di corte. Formalmente il Presidente degli Stati Uniti d’America è selezionato attraverso un lungo, articolato e per certi versi complesso percorso politico, partitico ed istituzionale che culmina con la elezione attraverso un Collegio di Grandi elettore, e perciò con metodo indiretto. Sebbene sostanziato da una prassi che rende l’elezione “come se diretta” (così Giovanni Sartori, 1994). La conferma che la Presidenza è una istituzione complessa, articolata, la cui figura va al di là delle raffigurazioni semplicistiche e semplificate di importazione europea. Intanto perché si inserisce in un contesto istituzionale di check and balances, di pesi e contrappesi che ne bilanciano il ruolo e l’impronta, poi perché la Presidenza in quanto tale è articolata e complessa, e la parte personale non è che una componente di essa, sebbene rilevante. Il Presidente degli Stati uniti, infatti, agisce ed è inserito in un contesto istituzionale di Separate Institutions Sharing Power, come magistralmente riassunto da Richard E. Neustadt. La rete di istituzioni – Parlamento, Presidenza, Corte Suprema – vede nel capo del governo uno dei nodi, per quanto cruciali, dell’intero sistema, dalla cui interazione scaturiscono trame differenziate negli esisti istituzionali, di policy e di politics. Il Presidente eletto ogni quattro anni, la Camera ogni due e il Senato ogni sei, nonché la Corte Suprema con i 9 giudici nominati a vita (sebbene F.D. Roosevelt tentò nel 1936 di modificarne la composizione provando a far passare il cosiddetto court-packing plan che avrebbe consentito al presidente di nominare un giudice per ciascuno di quelli in carica che avesse superato 70 anni e sei mesi di vita, fino a un massimo di sei) sono un reticolo le cui dinamiche non sono affatto scontate o garantite. The First New Nation sottolinea dunque gli aspetti storici, culturali e sociali cui si innesta la costruzione del nuovo stato nazionale con le sue istituzioni e la sua Costituzione. La Presidenza quale innovazione, risposta istituzionale e organizzativa all’ancien régime da cui i coloni erano scappati ovvero erano stati allontanati. Per la prima volta il capo del Governo è selezionato attraverso una scelta popolare diretta, legittimato democraticamente, sostenuto dall’intero corpo elettorale, dalla nazione nel suo insieme, e non più frutto di negoziati, di alchimie procedurali, prassi consolidate, regole ancestrali e diritti limitati a piccoli gruppi. Il Presidente ha un ruolo importante, cruciale per alcune questioni. Tuttavia, esso si trova al centro di una fitta rete istituzionale che interagisce e genera diversi risultati a seconda delle dinamiche politiche, degli equilibri elettorali, delle consuetudini, delle norme. Il Presidente, a capo dell’Amministrazione, interagisce con il Legislativo, con il Giudiziario (con le nomine dei giudici), con le Forze armate (di cui è capo). Nondimeno il combinato disposto di istituzioni, norme e poteri fa sì che il Presidente non sia il soggetto principale del sistema politico, ma che eserciti un ruolo, importante, la cui influenza dipende dagli equilibri complessivi. La legittimazione popolare diretta (o “come se diretta”) conferisce al capo del governo molta autorevolezza, insieme ai poteri formali propri, ma ciò non è sufficiente a farne un primus super pares. Come detto, il Presidente fa parte di un articolato sistema di “istituzioni separate che condividono il potere”. La separazione – derivante dalla preoccupazione dei Founding Fathers di evitare concentrazione di potere in una sola figura quale quella monarchica da cui i Coloni intendevano distinguersi– e la condivisione, al fine di favorire il mutuo e reciproco controllo tra attori politici ed istituzionali, rendono l’assetto della forma di governo presidenziale degli Stati Uniti d’America un chiaro esempio di equilibrio politico e costituzionale. Inoltre, la forma di Stato avente un impianto federale tiene conto non solo del processo di costruzione dello stato/nazione, ma anche delle diversità territoriali e geografiche del Paese. Pertanto, ne deriva che all’insieme di attori e istituzioni di livello federale, si aggiungano quelli di livello sub-federale. Gli esecutivi, i governatori e i parlamenti statali entrano pienamente nella dinamica istituzionale e politica con ruoli e funzioni, interagendo anche con il Presidente e il Legislativo, ad esempio nella ratifica delle revisioni costituzionali. In sintesi, come ricorda Bruce Ackerman, «la presidenza moderna è un’istituzione e non soltanto una persona» (Ackerman: 2012: 19)… (segue)



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