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NUMERO 17 - 12/07/2023

La “legge bavaglio” polacca viola l’indipendenza, l’imparzialità e la vita privata dei giudici ed è incompatibile con principi fondamentali del diritto dell’Unione europea

I lettori di Federalismi, per volontà del suo fondatore, Beniamino Caravita di Toritto, sono stati tenuti al corrente in questi anni circa la progressiva degradazione dello Stato di diritto in Polonia e sui rimedi apprestati a livello di ordinamento dell’Unione europea sia sul piano giuridico-politico sia su quello più squisitamente giudiziario. Appartiene a quest’ultimo filone la recente sentenza pronunciata dalla Grande Sezione della Corte di giustizia il 5 giugno 2023, nella causa C-204/21, promossa dalla Commissione europea nei confronti della Repubblica di Polonia, concernente l’indipendenza, l’imparzialità e la vita privata dei giudici, alla quale è dedicato il presente Editoriale. Vale la pena di avvertire preliminarmente che, nel novero dei giudizi di inadempimento promossi dalla Commissione europea ai sensi dell’art. 258 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (di seguito TFUE), la decisione in esame è probabilmente la sentenza più lunga mai emessa dai giudici di Lussemburgo, dato che sviluppa nella versione in lingua francese, che è la lingua di lavoro della Corte, 68 pagine, per ben 332 punti in diritto dei 389 complessivi. Arduo è dunque anche solo tentare di presentarne ai nostri lettori il contenuto ed offrirne una valutazione, ancorché, come si suole dire, a prima lettura. Ricordo, anzitutto, che ad indurre la Commissione europea ad aprire una procedura d’infrazione contro la Polonia è stata la modifica, adottata il 20 dicembre 2019 ed entrata in vigore il 14 febbraio 2020, della legge relativa all’organizzazione delle giurisdizioni di diritto comune, ordinarie ed amministrative, della legge sulla Corte suprema e di altre leggi (di seguito: “legge bavaglio”). Questa novella legislativa, tra l’altro, ha attribuito alla Sezione disciplinare e alla Sezione di controllo straordinario e delle questioni pubbliche, entrambe istituite in seno alla Corte suprema nel 2017, nuove competenze in ordine sia all’avvio di un procedimento penale nei confronti di giudici sia alla loro sottoposizione a custodia cautelare… (segue)



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