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di Federica Fabrizzi
La ricerca storica si fa con i documenti. Intervista a Miguel Gotor autore del libro “Lettere dalla prigionia'
Nel corso degli anni molti, tra storici, giornalisti e politici si sono cimentati nella ricostruzione di quanto avvenne durante i 55 giorni del sequestro di Aldo Moro e di ciò che ha significato il suo rapimento e la sua uccisione. Sulla vicenda si sono alternati i “complottisti”, che hanno visto nei tanti interrogativi ancora irrisolti del caso altrettanti motivi di sospetto, e gli “spiegazionisti”, coloro che, soprattutto basandosi sugli atti dei processi e delle commissioni d’inchiesta, hanno ritenuto che tutto fosse stato chiarito. In moltissimi – la bibliografia sul caso Moro è davvero enorme, a cominciare dal famoso “L’affaire Moro” di Sciascia del 1978 fino a giungere alle 5 monografie già pubblicate in questo 2008 - hanno voluto dare un proprio contributo più o meno originale alla ricostruzione di quel passaggio così drammatico della storia d’Italia.
Il libro recentemente pubblicato da Einuadi, “Lettere dalla prigionia”, curato da Miguel Gotor, ricercatore di Storia moderna dell’Università di Torino, si distingue perché si basa completamente sulla ricostruzione dell’intero carteggio di Aldo Moro, di cui offre una edizione accurata, riordinata cronologicamente. Nel corso del sequestro, infatti, Moro scrisse almeno 97 testi di cui 78 lettere, 7 testamenti, un promemoria e 5 biglietti che sono stati rinvenuti in tre diversi momenti (una prima parte durante il rapimento, un secondo gruppo il 1 ottobre 1978 in seguito ad un sequestro effettuato dagli uomini del Generale Dalla Chiesa nel covo brigatista di via Monte Nevoso a Milano, e infine il 9 ottobre 1990, sempre nel covo di via Monte Nevoso, in un’intercapedine artificiale di un muro scoperta casualmente da un operaio che stava ristrutturando l’appartamento ormai dissequestrato). Questa documentazione è giunta a noi in tre differenti modalità (originali manoscritti e autografi, dattiloscritti non firmati e fotocopie di manoscritto) e ciò ha contribuito non poco ad accrescere il livello di discussione sulla autenticità o meno di tali scritti. Per certo però si sa che almeno una parte del carteggio ritrovato è stata effettivamente scritto da Moro e recapitato durante il sequestro e Gotor ritiene che anche le restanti lettere siano da considerarsi opera di Moro...
(Segue)
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