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NUMERO 21 - 02/11/2011

 Lo Stato sovrano dopo l'affermazione del modello democratico

C’è un vento freddo che spira sugli ordinamenti democratici e che inquieta fortemente. La crisi economica internazionale e i suoi riflessi sugli ordinamenti più deboli fanno rinascere gli incubi degli anni Venti e Trenta del secolo scorso.  Per essere concisi, mentre la paura dell’imprevisto e dell’incontrollabile attanaglia oramai le tradizionali società industriali avanzate e si riduce la copertura del cosiddetto Stato sociale, stiamo scoprendo che gli stati sono sempre meno sovrani e democratici e sempre più incapaci di rispondere singolarmente ed in gruppo alle sfide della modernità e dell’innovazione. Il politico come distribuzione di valori collegata alla utilizzazione tendenziale dell’uso della forza legittima, lungi dall’aver perso rilievo, viene considerato indispensabile, ma chi non è fornito di società civili coese e di istituzioni che siano capaci di agire in modo efficace di dover barattare in tutto o in parte valori, principi e organizzazione basilari del modello liberal-democratico. Per evitare un simile default è opportuno riflettere sul passato, sui paradigmi che abbiamo utilizzato in precedenza, chiedendoci se gli stessi siano ancora utili ad interpretare il presente e a preparate il futuro... (segue)



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