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di Irene Spigno
Il caso namibiano, tra rispetto delle tradizioni culturali e lotta alla segregazione razziale: profili di storia costituzionale
La Namibia ha recentemente celebrato il ventunesimo compleanno della sua prima Costituzione. Era il 21 marzo 1990 e il Paese festeggiava la nascita di una Repubblica indipendente e democratica. Tale data, oltre a segnare l’entrata in vigore della Carta fondamentale, individua anche la cessazione di oltre cento anni di dominazione, sia legale che de facto, perpetrata prima ad opera dei colonizzatori tedeschi e poi proseguita da parte del Sudafrica. Tale evento ha rappresentato un momento cruciale non solo per quanto riguarda il cammino della Namibia verso una democrazia che aspira al consolidamento, ma anche per altri Paesi che hanno guardato all’esperienza namibiana come modello da seguire, primo tra tutti, e forse ironicamente, il Sudafrica. Diverse sono le caratteristiche che rendono il processo costituente namibiano unico e in quanto tale punto di convergenza tra esigenze di rottura con un passato colorato di un profondo razzismo e il mantenimento delle tradizioni. Entrambe queste esigenze si riflettono nella struttura della Costituzione, la cui natura consensuale, che rinviene la propria ratio nella risoluzione tendenzialmente pacifica di conflitti sia interni che esterni, le consente di qualificarsi ancora oggi come una tra le più democratiche all’interno non solo del panorama africano, ma anche in una prospettiva comparata ed internazionale di più ampio respiro... (segue)
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