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di Marzia De Donno
Riordino delle competenze e nuovo regime delle métropoles: prime prove per l’Acte III de la décentralisation
Il processo di decentramento iniziato in Francia circa trent’anni fa costituiva, in una prospettiva storica di lungo periodo, un’anomalia rispetto alla sua secolare tradizione centralista, in special modo se comparata a quella dei più vicini Stati europei. Del resto, così come affermava il candidato Jacques Chirac durante la campagna presidenziale del 2001, preannunciando quello che venne poi definito l’Acte II de la décentralisation, la Francia aveva bisogno di «un nouveau modèle», senza copiare quello degli Stati vicini, che fosse a metà «entre l’étatisme jacobin, même tempéré par la décentralisation, et un fédéralisme importé». Ed in effetti, tanto negli Stati a più antica tradizione, come il Regno Unito o la Spagna, tanto in quelli di più recente istituzione, come il Belgio, la Germania e l’Italia, da lungo tempo erano già stati riconosciuti spazi di libertà ed autonomia agli enti locali e messe in atto forme più o meno variegate di federalismo. Solo la Francia aveva costituito fino a quel momento un’eccezione, per ragioni storiche che, invero, non sono ancora del tutto scomparse. Oggi, con la Loi n. 2014-58, du 27 janvier 2014 de «Modernisation de l’action publique territoriale et d’affirmation des métropoles», la specialità francese si ripropone... (segue)