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NUMERO 23 - 10/12/2014

 La struttura del potere nella Repubblica Islamica d'Iran

L’Oxford Dictionary definisce il sistema teocratico come quel sistema di governo in cui membri del clero regnano in nome di Dio o di un dio.  Nel modello teocratico si presuppone la presenza di un leader che sia nelle capacità di poter vantare una comunicazione diretta col divino, privilegio questo, capace di creare un sistema oligarchico di tipo religioso. Con la formazione delle entità statali la forma di governo teocratica deriva dal tipo di rapporto che due entità, Stato e istituzione religiosa, instaurano reciprocamente. In questo senso, il modello teocratico sarebbe un modello estremo in cui Stato e  organizzazione religiosa arrivano a coincidere, dando origine, normalmente, a un sistema dittatoriale o comunque non democratico. Guardando all’epoca contemporanea, l’applicazione pedissequa di questa definizione ad attuali forme di governo risulta problematica. È comunque innegabile l’importanza che il sistema di credenze, pratiche e simboli religiosi sta rivestendo nella nostra epoca. Questo fenomeno permetterebbe di individuare se non una definizione alternativa di teocrazia, una sua ulteriore declinazione i cui effetti sono rintracciabili nella contemporaneità e utili per decifrare realtà particolari. In altre parole, se l’elemento religioso diviene o ritorna a essere un elemento universale e centrale del connettivo sociale,   sarebbe definibile come “teocratico” quel sistema che si origina dall’intrecciarsi della religione con il linguaggio, le pratiche quotidiane, la politica e, soprattutto, il diritto delle moderne e contemporanee realtà statali.  Potremmo allora distinguere tra teocrazia nel suo significato di forma di governo e teocrazia come sistema culturale. Se applicassimo la prima definizione, lo ripetiamo, ne risulterebbe che nessuna forma di governo oggi esistente è definibile come teocrazia vera e propria.  L’applicazione del significato di teocrazia in senso culturale, per contro, originerebbe svariati casi meritevoli di analisi e interesse. Un caso emblematico, e piuttosto immediato, è quello rappresentato dallo stato d’Israele. Il forte legame tra lo Stato nazione israeliano e la religione, lo sconfinamento della simbologia religiosa nella sfera politica  e ad esempio, l’impossibilità per un cittadino a contrarre matrimonio civile, fanno asserire come lo Stato israeliano contenga  alcuni elementi tendenzialmente teocratici, o quantomeno confessionistici; Seppure da una diversa altitudine ( geografica, politica e religiosa) un altro esempio in tal senso è fornito dall’attuale sistema giuspolitico iraniano, oggetto specifico di questo lavoro. Scopo principale è infatti quello di analizzare la struttura statale dello Stato Iraniano e la divisione del potere all’interno dello stesso per dimostrare come il sistema statale messo in piedi all’indomani del cambio di regime avvenuto nel 1979 e denominato “Rivoluzione Islamica” non sia definibile come una rigida teocrazia totalitaria, a dispetto delle numerose descrizioni orientate in questa direzione. Quest’analisi coinciderà con un tentativo di descrizione del complesso sistema originatosi sotto l’egida dell’ayatollah Khomeini. A tal fine, si farà riferimento alla Carta costituzionale iraniana attualmente in vigore reperita nella sua traduzione in lingua inglese. In conclusione si cercherà di mettere in evidenza come alcuni principi di questo testo riprendano elementi di altri ordinamenti in vigore in Occidente – nel nostro caso l’analisi verterà sulla costituzione francese - seppur inseriti in un quadro dominato dalle teorie dell’Ayatollah Khomeini sul “governo del giureconsulto”, il velayat e-faqih... (segue)



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