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FOCUS - Comunicazioni, media e nuove tecnologie N. 1 - 27/02/2015

 I Blog e la politica: l'agorà virtuale per la formazione del consenso

 “Any person or organization with a computer connected to the Internet can "publish" information….Through the use of chat rooms, any person with a phone line can become a town crier with a voice that resonates farther than it could from any soapbox. Through the use of Web pages, mail exploders, and newsgroups, the same individual can become a pamphleteer”; così si è espressa la Corte Suprema degli Stati Uniti, nella famosa sentenza Janet Reno, Attorney General Of The United States, et Al. v. American Civil Liberties Union et Al. del 26 giugno 1997 sulla costituzionalità del Communications Decency Act. Da questi rilievi tanta acqua è passata sotto i ponti e le moderne tecnologie hanno permesso di incrementare gli strumenti disponibili sul web. Di recente un significato peculiare è stato assunto da quelle forme di comunicazione chiamate blog. Il termine, inizialmente conosciuto solo dagli addetti ai lavori, ha fatto la sua comparsa anche nei dizionari e nelle enciclopedie più accreditate, che l’hanno descritto come “diario di bordo (log) della rete (web)”, ricordando come esso sia stato coniato nel 1997 dal blogger americano Jorn Barger. Tuttavia, la crescita esponenziale si è avuta solo dopo l’11 settembre 2001, allorquando questo strumento è stato utilizzato per informare in tempo reale su quello che stava accadendo, prima, e durante la Guerra del Golfo, poi, quando si creò un canale non ufficiale per l’informazione, in grado di condizionare, se non addirittura di mettere in discussione, i media tradizionali e la cultura dagli stessi perseguita. Negli ultimi anni si è assistito ad un vero e proprio boom. Secondo alcune statistiche, si è passati da 3 milioni nel 2004 a 164 milioni nel 2011, con una crescita di circa 120.000 al giorno, la maggior parte dei quali (circa il 49 %) provenienti dagli Stati Uniti. Di recente ne è mutato anche il contenuto; da semplici mezzi di dialogo generalista, sono divenuti dei veri e propri strumenti di formazione ed indirizzo del consenso in vari ambiti (politica, economia, giornalismo), «costituendo una fonte analoga alle testate giornalistiche (con le quali talvolta collaborano, mantenendo però il carattere dialogico con i lettori)» e trasformandosi in «a space of specific attention, dialogue, argument, and persuasion». L’utilizzo per fare politica è però forse quello che appare al giorno d’oggi di maggiore interesse, proprio in relazione alle caratteristiche ed alle peculiarità che presenta... (segue)



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