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NUMERO 7 - 08/04/2015

 Nigeria - Boko Haram: quando la minaccia delle armi impedisce il diritto di voto

Sono iniziate il 28 marzo le elezioni presidenziali e legislative in Nigeria, così come stabilito dalla commissione elettorale del Paese. Inizialmente le elezioni erano previste per il 14 febbraio, ma erano state rimandate ad una settimana dal voto a causa dell’avanzamento del gruppo terroristico di Boko Haram che, negli ultimi mesi, è riuscito a conquistare un’ampia area nel nord-est del Paese, sconfinando anche in Camerun ed istituendo un emirato islamico. I fondamentalisti islamici di Boko Haram hanno sferrato cinque diversi attentati nel nord est del Paese,  causando ben 41 morti; lo scorso febbraio, infatti, avevano annunciato che queste elezioni non si sarebbero svolte "in un clima pacifico, anche se ciò” – ha affermato il gruppo jihadista - “dovesse costarci la vita”. A quanto pare hanno tenuto fede al loro patto, continuando a versare sangue sulle elezioni per rinnovare il Parlamento e per eleggere il Presidente.  I 14 aspiranti presidenti, oltre ai due favoriti: il capo dello stato uscente, il cristiano Goodluck Jonathan e il generale musulmano ed ex dittatore Muhammadu Buhari, che ha guidato il Paese africano fino al 1999, per essere eletti necessitavano di raggiungere la maggioranza assoluta dei voti e almeno il 25% dei consensi nei due terzi dei 37 Stati della Federazione. Nel caso la soglia non fosse stata raggiunta da nessun candidato presente, era stata già data comunicazione che il 4 aprile si sarebbe svolto un ballottaggio tra i primi classificati... (segue)

 



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