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FOCUS - Comunicazioni, media e nuove tecnologie N. 3 - 28/09/2015

 Le comunicazioni Machine-to-Machine (M2M) e le loro prospettive regolamentari

L’evoluzione del settore delle comunicazioni elettroniche è caratterizzata da un rapporto sempre più pervasivo tra uomini e macchine. La rete si è imposta come strumento indispensabile per la gestione dei vari ambiti della vita sociale e, innovando radicalmente il nostro modo di comunicare, ha sconvolto interi comparti economici, cambiato il mondo della ricerca, il rapporto tra cittadini e PA, il funzionamento interno delle aziende e - in definitiva - condizionato le abitudini quotidiane fino a dare alla connettività il carattere di irrinunciabilità tipico dei beni essenziali. Giorno dopo giorno, la rete che connette gli utenti, e ad essi le macchine, diventa più estesa. In questo contesto, gli esperti del settore assistono al profilarsi all’orizzonte di una nuova rivoluzione, l’affermazione di un altro paradigma tecnologico in grado di apportare ulteriori ripercussioni su un ampio ventaglio di settori industriali, che vanno da quello energetico a quello dei trasporti, passando da quello manifatturiero e sanitario: alla crescente domanda di connettività fa da contraltare il moltiplicarsi di macchine che offrono la possibilità di scambiare informazioni e dati tra loro, in genere in conseguenza di un input dell’utente ma in alcuni casi anche in maniera automatica. Proprio l’emergere di un tipo di comunicazione che non dipende dall’input dell’utente è la caratteristica principale del fenomeno “Machine to Machine Communication” (M2M) o “Internet of Things” (IoT), che co involge un ampio numero di dispostivi in grado di comunicare fra loro per mezzo della rete Internet fissa o mobile e con poca o nessuna interazione umana. Questo tipo di comunicazione è stato analizzato dal BEREC, il network europeo dei regolatori del settore delle comunicazioni elettroniche, già nel 2010. La recente esplosione di questo fenomeno costituisce una delle principali sfide per i regolatori di settore: nonostante i dati riguardanti le connessioni tra macchine mostrino come, almeno al momento, esse costituiscano una percentuale modesta delle connessioni dati in generale, le stime fornite da tutte le associazioni di categoria e dai produttori di hardware indicano che il numero di dispositivi connessi è destinato a crescere esponenzialmente. Le indagini di settore dimostrano che quella del Machine to Machine è una realtà destinata ad affermarsi velocemente: secondo Cisco IBSG (Internet Business Solutions Group), entro il 2018 più di due miliardi di dispositivi saranno in grado di connettersi automaticamente, andando a costituire quasi il 20% dell’intero traffico mobile a livello globale. Entro il 2023 il fatturato generato dall’M2M sarà pari a 80 miliardi di dollari e, ipotizzando una crescita della popolazione globale tale da raggiungere i 7,6 miliardi di individui entro il 2020, si arriva a stimare un numero di dispositivi connessi che potrebbe arrivare a toccare i 50 miliardi. Vale la pena sottolineare come le stime di crescita del settore possano essere anche molto differenti: secondo il GSMA, infatti, Il numero di dispostivi connessi entro il 2020 sarà di “soli” 10,5 miliardi e non di 50 miliardi, ma questa differenza è da imputarsi principalmente ad una diversa definizione del fenomeno M2M, che per il GSMA è molto più ristretta di quanto non sia per CISCO. È quindi chiaro che la rete -  già oggi popolata da miliardi di utenti - verrà affollata da un numero sempre maggiore di dispositivi, e tale tendenza è destinata a far emergere nuove problematiche di carattere regolatorio: dall’utilizzo delle risorse scarse all’applicabilità delle norme sul roaming internazionale, dalla necessità di un ripensamento delle procedure di autorizzazione generale alla predisposizione di un impianto normativo che sia in grado di offrire la giusta tutela agli utenti con riferimento alla privacy, al cambio dell’operatore e così via. Per questo motivo si assiste ad un proliferare di ricerche ed indagini volte a studiare il fenomeno e le sue ricadute sull’impianto regolatorio. Tra le più importanti, vale la pena citare l’indagine conoscitiva svolta da OFCOM, il regolatore britannico, e quella appena conclusa dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM). Si prevede inoltre per la fine dell’anno la pubblicazione di un rapporto e l’avvio di una consultazione pubblica da parte del BEREC, l’organismo europeo che riunisce i regolatori del settore delle comunicazioni elettroniche, che ha dedicato al tema Machine to Machine uno specifico gruppo di lavoro nel suo piano di lavoro annuale. Il presente articolo si prefigge di fare il punto della situazione e di individuare - dopo aver compreso quali siano gli attori coinvolti e come essi si collochino all’interno dell’ecosistema M2M - quali siano le ricadute in termini regolamentari e in che modo i sorprendenti ritmi di diffusione di tale modello tecnologico possano influenzarne o accentuarne i risvolti... (segue)



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