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FOCUS - Comunicazioni, media e nuove tecnologie N. 2 - 21/11/2016

 Zero-Rating: tra difesa dei consumatori e tutela della concorrenza

Il confronto tra stakeholders e istituzioni circa l’ammissibilità delle pratiche cosidette di “Zero-rating” ha accomunato negli ultimi mesi il dibattito di policy nel settore delle telecomunicazioni sulle due sponde dell’Atlantico. Se da una parte, negli Stati Uniti, si attende di capire come la nuova FCC – all’indomani dell’elezione del Presidente Trump - applicherà concretamente i poteri acquisiti in seguito alla riclassificazione dei servizi broadband sotto il “Title II” e quale sarà la valutazione delle offerte zero-rated alla luce del Net Neutrality Order dello scorso febbraio 2015 (di seguito “Order”), in Europa il BEREC ha finalmente emanato gli Orientamenti che indirizzeranno l’attività delle Autorità di Regolamentazione Nazionali in questo settore dando concretezza al Regolamento 2015/2120 del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 novembre 2015 che ha disciplinato, non senza ambiguità, la neutralità della rete nell’Unione Europea. Di cosa si discute, intanto. Le pratiche di Zero rating consistono in offerte di accesso ad internet caratterizzate dalla fissazione da parte dell’operatore di una soglia di traffico (il cosidetto data-cap) mensile per l’utente e contestualmente dalla individuazione di determinate categorie di traffico – in genere quello generato dal cliente per accedere a determinati servizi/applicazioni/contenuti, selezionati dall’operatore di rete – che non contribuiscono al raggiungimento di suddetta soglia. Si tratta di una tipologia di offerta al momento utilizzata in modo prevalente dagli operatori mobili che impongono in modo molto stringente suddette soglie di traffico. E’ peraltro da notare come il paradigma del “data cap” si stia rapidamente diffondendo, soprattutto in mercati poco competitivi, anche in relazione ad offerte di accesso ad internet su rete fissa. Negli Stati Uniti, ad esempio, un numero crescente di cabloperatori (Comcast, Century Links) e di operatori di rete fissa (Verizon, AT&T) sono passati da un modello di Internet “senza limiti” ad un modello “usage-based” in cui vengono proposti al cliente pacchetti caratterizzati da data caps, seppure al momento molto ampi. Alcuni di questi operatori hanno già affiancato alle soglie di traffico delle offerte “zero-rated”: tipicamente, ad esempio, i contenuti televisivi offerti dallo stesso ISP non contribuiscono al raggiungimento della soglia... (segue) 



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