Log in or Create account

NUMERO 4 - 14/02/2018

 La democrazia intollerante. Quanta libertà si può limitare in difesa della libertà?

L’interrogativo posto dal titolo, divenuto di stringente attualità già all’indomani degli attentati del 2001 a New York, si è recentemente riproposto in maniera dirompente in seguito agli eventi terroristici che, negli ultimi anni, a più riprese, hanno insanguinato l’Europa, con sempre maggiore frequenza, violenza ed imprevedibilità, andando a colpire, come tristemente avvenuto, le più svariate attività quotidiane, quali, ad esempio, l’impiego dei mezzi pubblici, la partecipazione a un concerto, a un evento sportivo oppure una semplice passeggiata. Il costante sentimento di paura suscitato dal terrorismo globale di matrice islamica ha generato, in passato, e rischia di generare ancora oggi, reazioni che, sull’onda emotiva determinata dagli eventi cui si è purtroppo assistito, potrebbero indurre, ancora una volta, a mettere in discussione le libertà, i diritti e le garanzie che costituiscono i pilastri fondamentali del moderno Stato liberaldemocratico, in nome delle pur legittime esigenze di tutela della sicurezza collettiva. Il dilemma che impegna i giuristi è relativo alla natura e alla misura delle restrizioni che possono essere poste ai diritti fondamentali, perno del moderno costituzionalismo, di fronte alle esigenze di tutela della sicurezza degli individui, degli Stati e delle loro istituzioni, senza che, in nome della protezione degli stessi, si rischi paradossalmente di negarli. È il problema dinanzi al quale, ciclicamente, si trovano le democrazie, in particolare nei momenti in cui fanatismi e fondamentalismi di varia natura (ideologico-politica, religiosa, ecc.) innescano le azioni devastanti di singoli o di gruppi, generando tensioni, stati emergenziali ed il conseguente conflitto tra le ragioni della libertà e quelle della sicurezza. Come restare fedeli ai principi fondamentali dello Stato costituzionale, democratico e pluralistico di fronte all’esigenza ineludibile di contrastare e prevenire gli atti terroristici messi in atto da chi quei principi intenderebbe scardinare? L’imprevedibilità e la carica destabilizzante di tali azioni, nonché la minaccia che esse rappresentano per l’incolumità delle persone, potrebbero condurre, difatti, i pubblici poteri ad adottare misure difficilmente compatibili proprio con l’obiettivo di fondo della loro predisposizione, ossia la salvaguardia dei principi fondamentali e delle libertà individuali e collettive, messi in pericolo dall’emergenza e dal terrorismo, risultando contraddittorie rispetto ai fini e rischiando, in concreto, esse stesse di violarli. Indubitabilmente, il tema della tutela della sicurezza risulta centrale ai fini dello svolgimento dell’ordinato vivere civile ed ha rappresentato il fulcro intorno al quale si sono affermate le monarchie nazionali a partire dal XVII secolo e sono state costruite le moderne teorie dello Stato, assurgendo a compito specifico del sovrano ed acquisendo varie connotazioni in relazione alla progressiva evoluzione verso la forma di Stato costituzionale liberal-democratica. Com’è noto, Hobbes, teorico dello Stato in senso assoluto, fondava il patto sociale che conduce gli uomini fuori da quello stato di natura, in cui la loro sopravvivenza era costantemente messa in pericolo dalla situazione di bellum omnium contra omnes, proprio sull’esigenza di autoconservazione: essi, conferendo la loro libertà ad un’autorità suprema, alla quale si sottomettevano incondizionatamente, davano vita alla società e contestualmente allo Stato, il quale, tramite il monopolio della forza di coazione, assumeva il compito di salvaguardarne la sicurezza. L’affermazione del potere assoluto del sovrano fu, in un primo tempo, connessa al rafforzamento della potenza militare dello Stato nei confronti degli altri Stati, e dunque alla garanzia della sicurezza contro i nemici esterni, obiettivo perseguito, tra l’altro, con la “illuminata” promozione, da parte dei monarchi, di condizioni di maggiore benessere per i sudditi e con la predisposizione di una organizzazione amministrativa progressivamente più efficiente, che consentisse un adeguato prelievo fiscale, funzionale al mantenimento di un forte apparato militare. Anche nell’ambito del costituzionalismo liberale il concetto di sicurezza ha rivestito un ruolo centrale, connesso alle trasformazioni dei compiti dello Stato ed all’affermazione dei diritti inviolabili dell’uomo, in particolare nella fattispecie delle libertà negative, implicanti il riconoscimento e la salvaguardia della sfera di autonomia dei singoli da qualsiasi interferenza, non solo da parte degli altri consociati, ma soprattutto da parte degli stessi pubblici poteri, il cui intervento era ammesso soltanto in funzione repressiva e sanzionatoria di eventuali violazioni (sicurezza da). Il che accentuava, com’è stato messo in luce, il profilo materiale ed interno della sicurezza, legato alla garanzia della pacifica convivenza dei consociati ed alla salvaguardia dei diritti dei cittadini, in una società ancora fortemente omogenea. Furono le tensioni sociali progressivamente generate dalla rivoluzione industriale a connotare in senso maggiormente ideale il concetto di sicurezza, come tutela dei principi fondanti lo stato liberale borghese, e a far ulteriormente evolvere gli stessi compiti del potere statale, che si dispiegavano non più soltanto in termini negativi di non interferenza, ma anche in chiave positiva, di promozione dei diritti della persona (sicurezza di). Nei regimi totalitari del primo dopoguerra fu imperante soprattutto la visione ideale della sicurezza, quale tutela totalizzante dei principi e dei valori fondanti caratteristici di un determinato ordinamento e codificati nel testo costituzionale, mentre con le Costituzioni successive alla seconda guerra mondiale fu trovata un’efficace sintesi di entrambi i profili materiali della stessa, di cui emblematico esempio è la Carta fondamentale italiana, con la centralità in essa assunta dalla persona e dalla sua dignità, sia dal punto di vista individuale che da quello relazionale... (segue)



Execution time: 52 ms - Your address is 44.200.122.214
Software Tour Operator