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FOCUS - Osservatorio Brexit N. 1 - 21/06/2017

 Il Withdrawal Agreement e il settore dei trasporti

Nonostante la dichiarata volontà di entrambe le Parti del negoziato – Unione Europea da un lato, Regno Unito dall’altro – sia quella di assicurare la continuità dei rapporti sotto il profilo commerciale, garantendo la costruzione di un “ambizioso partenariato economico” di fatto, il Withdrawal Agreement del 14 novembre 2018 e la relativa Political Declaration non hanno apportato chiarezza ad alcuni degli aspetti critici del post Brexit nel settore trasporti. Le formule usate nel documento ufficiale esprimono una serie di intenzioni sull’impostazione delle future relazioni tra le Parti, rimandando nel concreto, la stesura di queste ultime a successivi accordi. In ossequio a quanto stabilito dall’art. 50 TFUE, l’Accordo di recesso e il testo della Political Declaration forniscono le linee guida per la successiva predisposizione di un deal di settore, che definisca in maniera puntuale e dettagliata il sistema dei rapporti tra il Regno Unito e l’Unione europea in materia dopo lo scadere del termine di transizione. Il presente contributo intende fornire un quadro generale, sia pur sintetico, dei punti di accordo non definiti e delle criticità che dovranno essere affrontare all’indomani dell’uscita definitiva del Regno Unito dall’Unione europea. In considerazione dei contrasti, accesi in seno allo stesso partito conservatore della Premier May, sul grado/intensità di effettivo distacco che si produrrà tra l’Isola e il Continente, è apparso opportuno accennare anche agli scenari ipotizzati dal Governo inglese e dagli stakeholders nel caso di un no-deal. Infatti, qualora non si riesca a formalizzare un accordo che garantisca la continuità dei rapporti tra l’EU e lo UK, quest’ultimo diverrebbe un Paese terzo a tutti gli effetti, con la conseguenza di dover contrattare ex novo accordi bilaterali con l’UE o con ciascuno Stato membro per ogni specifica questione. Al pari di numerosi altri settori caratterizzati da una competenza concorrente, anche il sistema normativo anglosassone in materia di trasporti, fortemente permeato dalla legislazione comunitaria, ha visto la progressiva espansione decisionale dell’Unione nel settore. Le shared competences riguardano diverse aeree strategiche afferenti il settore, nello specifico quella economica, volta a favorire e rafforzare il mercato unico attraverso un sistema di trasporto integrato; quella sociale, per la quale gli Stati e le istituzioni europee si impegnano a riconoscere e accrescere un’elevata tutela dei diritti dei passeggeri e dei lavoratori del settore, garantendo l’attuazione di appropriati livelli di sicurezza. L’ambito infrastrutturale è – per sua natura – strettamente correlato alle strategie in materia ambientale, stante la necessità di garantire il più possibile uno sviluppo sostenibile anche dei sistemi di trasporto. In relazione a ciò, eventuali aspetti di frizione tra le Parti risulterebbero marginali: come ribadito dallo stesso Ministro dei Trasporti, il proposito del Regno Unito è quello di mantenere e garantire – ancorché al di fuori del mercato unico – il più possibile an open and fair trading environment… (segue)



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