
Due sono le ragioni della crescente disaffezione, se non della ostilità, verso le Istituzioni Europee: il convincimento, sempre più diffuso, della inadeguatezza dei vincoli fiscali ad assicurare il raggiungimento degli obiettivi della piena occupazione e del benessere sociale, espressamente indicati nel TUE come alcune delle ragioni che giustificano l’Unione; l’insofferenza verso la proliferazione incontrollata di una legislazione sovrabbondante ed invasiva in quasi tutti gli ambiti della vita dei cittadini e delle imprese degli Stati membri (e che quest’ultima non sia meno urgente della prima lo dimostra la Brexit). Le riflessioni che seguono sono dedicate alla disamina della seconda questione, mentre il problema della governance fiscale resta affidato agli studiosi di economia… (segue)
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Ancora sull’obbligo vaccinale: il placet definitivo della consulta
Mattia Gasparro (31/05/2023)
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Regolare le biobanche tra interessi pubblici e privati: il nodo dei campioni biologici
Lorenzo Maria Lucarelli Tonini (31/05/2023)
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Tra coordinamento informativo e livelli essenziali delle prestazioni: il caso del Fascicolo Sanitario Elettronico
Nadia Maccabiani (31/05/2023)
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Nobody saves himself alone: who decides on health security in the European Union?
Sabrina Tranquilli (31/05/2023)
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Riflessioni sulla segnalazione certificata di inizio attività
Federico Dinelli (31/05/2023)
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Costituzione e stato di emergenza. Rilievi a margine della vicenda pandemica
Maria Chiara Girardi (31/05/2023)
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Terrorismo internazionale, radicalizzazione e tecnologia
Chiara Graziani (31/05/2023)
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Appalti: nuove regole del gioco
Maria Laura Lalia Morra e Riccardo Murino (31/05/2023)