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NUMERO 24 - 19/12/2018

 Fake news nelle campagne elettorali digitali

Secondo l’Oxford Dictionaries, la parola dell’anno 2016 è post-truth, la cui nascita viene fatta risalire a qualche tempo prima, ma il cui utilizzo ha avuto un picco in coincidenza con il referendum sull’Unione europea in Gran Bretagna e con le elezioni presidenziali americane, quando il web è diventato uno strumento formidabile per fare le campagne elettorali. In sostanza, si è assistito alla genesi di un eufemismo per descrivere le fake news, quelle notizie che sono totalmente o parzialmente false, ma che destano comunque un certo interesse, giocando sulle emozioni o sugli interessi della gente, al fine di catalizzarne l’attenzione. Esse investono vari campi, da quello dell’informazione a quello scientifico; non vanno ovviamente confuse con le altre forme che costituiscono mera satira o forme di parodia. Esistono infatti delle testate giornalistiche la cui finalità, nota al lettore, è quella di fornire informazioni volutamente false al solo scopo di destare ilarità. Non è un caso allora che tra le parole dell’anno 2017, secondo il Collins Dictionary, vi sia proprio l’espressione fake news; ormai il termine è entrato a pieno titolo nel linguaggio comune dei cittadini. Ma il fenomeno si spinge molto più in là; esso ha assunto progressivamente una dimensione tale da essere oggetto specifico di studio anche delle scienze sociali. E’ emerso che la low-quality information diviene facilmente virale, dato quest’ultimo confermato dall’alto volume di misinformation che può essere osservato online… (segue)



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