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FOCUS - Osservatorio di Diritto sanitario

 Le proposte dell’AGCM al Governo per la riforma del SSN e del settore farmaceutico

Le proposte dell’AGCM al Governo per la riforma del SSN e del settore farmaceutico

Documentazione

AGCM – Segnalazione S4143

L’AGCM, in vista della predisposizione del disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza, ha inviato una segnalazione al Governo, contenente diverse proposte di modifica dell’attuale impianto normativo in tema di concorrenza.

La nota dell’Autorità tocca diversi settori “cardine” che, a detta della stessa, dovrebbero essere modificati in senso maggiormente concorrenziale per poter meglio garantire la “ripresa economica” del Paese.

Secondo l’AGCM, la concorrenza può infatti offrire un contributo prezioso anche (e soprattutto) nelle fasi di crisi economica. Ciò sarebbe dimostrato dalle crisi economiche “del passato”, quali la grande recessione degli anni Trenta, la crisi del Giappone degli anni Novanta e le più recenti crisi finanziarie, che hanno mostrato come anche quando il sistema economico si trova in difficoltà, la concorrenza non può considerarsi come un lusso bensì, invece, deve essere vista come uno strumento da utilizzare per favorire più velocemente la ripresa economica.

Tra le modifiche proposte vi sono anche quelle riguardanti il settore sanitario e il settore farmaceutico (indicate nella sezione sesta del documento).

A detta dell’Autorità, l’eccezionale pressione cui, a causa della pandemia Covid-19, è sottoposto il SSN, rende necessari interventi volti ad aumentare l’efficienza, così da conciliare, per tale via, l’incremento della domanda di cure sanitarie con i vincoli del finanziamento pubblico.

Una migliore allocazione delle risorse consente, infatti, di indirizzare la spesa pubblica per la sanità verso la costruzione di un sistema in grado di far fronte anche ad eventi drammatici di ampissima portata (come quello in corso), garantendo non solo una risposta adeguata alle esigenze di cura, ma anche elevati livelli di qualità dell’assistenza.

Dal momento che un rafforzamento del sistema sanitario e della tutela della salute richiede il passaggio da un approccio basato sui tagli della spesa pubblica ad uno ispirato ad un utilizzo efficiente della stessa, l’Autorità suggerisce l’adozione di misure che garantiscano una maggiore apertura all’accesso delle strutture private all’esercizio di attività sanitarie non convenzionate con il SSN. Ciò in quanto una più intensa integrazione tra pubblico e privato, è in grado di consentire una migliore soddisfazione della crescente richiesta di assistenza e di protezione dei cittadini, senza tagli alla spesa sanitaria.

Strettamente connessi al tema della salute pubblica sono anche gli interventi riguardanti il settore farmaceutico e che è stato anch’esso investito in misura consistente dalle politiche di contenimento della spesa pubblica.

Ciò posto l’Autorità riassume, come segue, gli interventi proposti:

In merito al SSN, viene segnalata l’opportunità di adottare iniziative in grado di aumentare l’offerta di servizi sanitari e la loro efficienza: i) eliminando gli ostacoli che limitano l’accesso dei privati all’esercizio di attività sanitarie non convenzionate con il SSN, attualmente vincolato dalla verifica del fabbisogno regionale di servizi sanitari: ii) riformando il sistema di accreditamento; iii) prevedendo selezioni periodiche regionali ed adeguatamente pubblicizzate; iv) garantendo un’informazione piena sulle performance delle strutture pubbliche e private, per consentire alla domanda una scelta consapevole tra le strutture disponibili e promuovendo, dunque, la loro efficienza.

Secondo l’Autorità, infatti, per garantire una maggiore libertà di scelta degli assistiti in termini di luogo di cura e di medico, sarebbe necessario aumentare le condizioni di concorrenza nell’accesso delle strutture private all’erogazione delle prestazioni sanitarie.

Nel settore sanitario, l’apertura alla concorrenza dovrebbe essere perseguita come uno strumento che, incentivando la libera scelta di medici, assistiti e terzo pagante, consenta l’allocazione efficiente delle risorse, sia sotto il profilo dell’efficacia delle prestazioni sanitarie che sotto quello del rispetto del vincolo di spesa. Sul punto viene evidenziato, tuttavia, che in Italia, la riforma in senso concorrenziale del sistema sanitario scontra gravi ritardi dovuti all’eterogeneità dei meccanismi di implementazione del sistema da parte delle Regioni.

Nell’ottica di eliminare gli ostacoli che limitano la libertà di iniziativa economica delle strutture viene proposta, inter alia, la modifica dell’art. 8-ter, comma 3, del d.lgs., 30 dicembre 2002, n. 502, in modo tale che l’accesso dei privati all’esercizio di attività sanitarie non convenzionate con il SSN risulti svincolato dalla verifica del fabbisogno regionale di servizi sanitari.

Nella medesima ottica andrebbero poi modificati anche gli artt. 8-quater e ss. del medesimo decreto legislativo, al fine di riformare il sistema di accreditamento del SSN delle strutture sanitarie private eliminando il regime di accreditamento provvisorio. Potrebbe così inserirsi, invece, una norma generale che disponga l’obbligo di accreditamento definitivo da parte delle Regioni per le nuove strutture sanitarie o per l’avvio di nuove attività in strutture preesistenti.

Altra disposizione da modificare sarebbe poi l’art. 8-quinquies del d.lgs. n. 502/1992 al cui interno, secondo l’Autorità, dovrebbe essere inserita una norma che sia in grado di garantire che il sistema di convenzionamento delle imprese private operi su base selettiva, non discriminatoria, periodica e trasparente. Tale norma, per raggiungere tale scopo, dovrebbe prevedere selezioni periodiche regionali, adeguatamente pubblicizzate, che facciano seguito a verifiche sistematiche degli operatori già convenzionati ed alla conseguente eventuale razionalizzazione della rete in convenzionamento.

Al fine di favorire la scelta del luogo di cura da parte degli utenti, viene poi evidenziata la necessità di incrementare l’informazione disponibile sulle performance delle strutture pubbliche e private, in termini di efficienza gestionale e di qualità del servizio, procedendo a rendere ampiamente disponibili i bilanci delle ASL e delle strutture private e i dati sugli aspetti qualitativi del servizio (ad es. la lunghezza delle liste di attesa per le prestazioni presso le diverse strutture pubbliche dello stesso territorio), nonché sugli aspetti relativi all’attività medica svolta. Siffatte informazioni potrebbero orientare la domanda verso strutture più efficienti, creando di fatto una concorrenza tra strutture pubbliche e tra strutture pubbliche e private convenzionate.

Per quanto riguarda il settore farmaceutico, le proposte dell’Autorità si concentrano sulla promozione di un contesto regolamentare che: i) faciliti le comparabilità, anche nelle procedure di gara, tra farmaci biologici aventi le stesse indicazioni terapeutiche; ii) permetta di incrementare il potere negoziale della domanda, con particolare riferimento ai farmaci che possono rientrare nella classe C “non negoziata”; iii) con riferimento agli obblighi di assortimento dei medicinali da parte dei grossisti, permetta di rimodularli su soglie quantitativamente flessibili basate sulla domanda espressa dal territorio, in modo da consentire forme più efficienti e flessibili di organizzazione imprenditoriale, continuando a garantire la disponibilità di farmaci sul territorio.

Ulteriori proposte sono tese a rimuovere i vincoli esistenti con riferimento alle procedure di registrazione dei medicinali equivalenti prima della scadenza del brevetto, nonché ad incentivare la realizzazione di farmaci galenici.

 

A.C.



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