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FOCUS - Osservatorio di Diritto sanitario

 Quale nuovo ruolo del Medico di Medicina Generale nella riforma della sanità territoriale?

La sanità territoriale è attualmente oggetto di studio al fine di prevedere un adeguato piano di riforma, necessario per garantire, tra l’altro, il rafforzamento delle strutture e dei servizi sanitari di prossimità e dei servizi domiciliari, come invocato e atteso nel PNRR. Recentemente, il Consiglio dei ministri, nella riunione del 21 aprile 2022, ha deliberato l’autorizzazione del decreto ministeriale, recante «Modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale», in sostituzione dell’intesa della Conferenza Stato-regioni (per esito negativo delle ultime sedute), tenuto conto che l’entrata in vigore del predetto provvedimento costituisce una tappa necessaria, secondo quanto previsto dalla programmazione comunitaria, da raggiungere entro il 30 giugno 2022. Si attende, dunque, l’adozione del prospettato decreto ministeriale che, nell’ultima versione in bozza, sottolinea come l’individuazione dei bisogni socioassistenziali del paziente (che portano alla definizione del Progetto di Salute) determini l’identificazione di un’équipe multiprofessionale minima (medico di medicina generale/pediatra di libera scelta, medico specialista ed infermiere), ma che maggiore è la complessità clinico-assistenziale maggiori saranno le figure professionali coinvolte e in continua evoluzione in relazione all’evolversi della malattia ed allo stato di fragilità espressa. Il nuovo modello di assistenza territoriale dovrebbe prevedere un Distretto (di circa 100.000 abitanti, con variabilità secondo criteri di densità di popolazione e caratteristiche orografiche del territorio), la cui programmazione prevederebbe i seguenti standard.. (segue)



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