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FOCUS - Osservatorio di Diritto sanitario

 Trasformazione digitale, digitalizzazione della sanità e intelligenza artificiale. La Dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali e il programma strategico per il decennio digitale 2030

 

 

Dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali per il decennio digitale di Parlamento europeo, Consiglio e Commissione europea, del 15 dicembre 2022

Decisione (UE) 2022/2481 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 dicembre 2022, che istituisce il programma strategico per il decennio digitale 2030

 

Diritti della persona – Trasformazione digitale – Intelligenza artificiale e diritto – Sanità digitale – Diritto di accesso

Diritti della persona – Trasformazione digitale – Intelligenza artificiale e diritto – Sanità digitale – Diritto alla salute

La digitalizzazione della sanità procede attraverso la trasformazione digitale, nel programma dell’Unione europea per il ‘decennio digitale’.

Il 15 dicembre 2022, il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione europea hanno solennemente proclamato la “Dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali per il decennio digitale”.

Si tratta di un traguardo, per il percorso della trasformazione digitale nell’Unione europea, che tanto impulso dà anche al processo di digitalizzazione nel sistema italiano. Tre sono gli obiettivi chiave che aveva individuato la Commissione nella Comunicazione, del 19 febbraio 2020, ‘Plasmare il futuro digitale dell'Europa’, nel perseguimento della digitalizzazione per i successivi cinque anni: una tecnologia al servizio delle persone, un'economia equa e competitiva e una società aperta, democratica e sostenibile. La trasformazione digitale è quindi guidata dalle Istituzioni dell’Unione, affinché avvenga sempre nel rispetto dei suoi valori.

Va, peraltro, rammentato che quella della trasformazione digitale della pubblica amministrazione è una strada che l’Unione ha intrapreso da più tempo. Si pensi soltanto al ‘Piano d'azione dell'UE per l'eGovernment 2016-2020’, di cui alla Comunicazione della Commissione europea, del 19 aprile 2016.

Il 26 gennaio 2022 la Commissione propose di definire una serie di principi che avrebbero fornito l’indirizzo per una trasformazione digitale sostenibile, antropocentrica e basata sui valori, e presentò quindi il testo della “Dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali per il decennio digitale”, prospettando sia un quadro di riferimento per le persone sia una guida per le imprese e i responsabili politici, con l’obiettivo di mettere al centro della trasformazione digitale le persone. Quel testo, con alcune modifiche, è stato approvato e adottato come Dichiarazione comune, appunto, di Parlamento europeo, Consiglio e Commissione.

Il Capitolo II della Dichiarazione, “Solidarietà e inclusione”, al punto 7, inerente ai servizi pubblici digitali online, sancisce l’impegno delle istituzioni ad «agevolare e sostenere in tutta l'UE un accesso fluido, sicuro e interoperabile a servizi pubblici digitali concepiti per soddisfare le esigenze delle persone in modo efficiente, compresi in particolare i servizi sanitari e assistenziali digitali, segnatamente l'accesso alle cartelle cliniche elettroniche».

La Dichiarazione riconosce quindi come un valore l’accesso ai servizi sanitari e assistenziali digitali, come parte del più generale accesso ai servizi pubblici digitali, e, nel dettaglio, l’accesso alla cartella clinica elettronica.

È appena il caso di osservare come, nella consapevolezza che la digitalizzazione – compresa quella della sanità – include l’impiego delle tecnologie più nuove, la prima parte del Capitolo III della Dichiarazione, “Libertà di scelta”, è interamente dedicata all’intelligenza artificiale. Secondo quanto enunciato al punto 8, «l’intelligenza artificiale dovrebbe fungere da strumento per le persone, con l’obiettivo ultimo di aumentare il benessere umano».

Il “programma strategico per il decennio digitale” è stato istituito, invece, con la Decisione del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 dicembre 2022, n. 2481.

Con questo atto, l’Unione europea ha inteso dare attuazione a quanto espresso dalla Commissione nella Comunicazione del 9 marzo 2021, ‘Bussola per il digitale 2030’, laddove prendeva corpo la visione delle Istituzioni europee per gli anni a venire. In quella Comunicazione, infatti, si sono stabiliti i quattro ‘punti cardinali’ attorno ai quali definire le tappe fondamentali del percorso: “Una popolazione dotata di competenze digitali e professionisti altamente qualificati nel settore digitale”; “Infrastrutture digitali sostenibili, sicure e performanti”; “Trasformazione digitale delle imprese”; “Digitalizzazione dei servizi pubblici”. Due punti sono incentrati sulle capacità digitali a livello di infrastrutture e di istruzione e competenze e due sulla trasformazione digitale delle imprese e dei servizi pubblici.

La Decisione n. 2481/2022 ha tradotto quei ‘punti cardinali’ in ‘obiettivi digitali’, cioè in mete da raggiungere, ai sensi dell’art. 4, entro il 2030.

Tra gli obiettivi digitali che individua la Decisione, speciale attenzione merita, per quanto attiene alla sanità pubblica, la digitalizzazione dei servizi pubblici, che – secondo l’art. 4, par. 1, n. 4, lett. b) – include l’accesso, da parte di tutti i cittadini dell’Unione, al proprio fascicolo sanitario elettronico. Come evidenziato al considerando 18, «i servizi pubblici fondamentali, compreso il fascicolo sanitario elettronico, dovrebbero essere pienamente accessibili su base volontaria, come pure dovrebbe essere accessibile un ambiente digitale della migliore qualità che offra servizi e strumenti di facile uso, efficienti, affidabili e personalizzati, con elevati standard in materia di sicurezza e tutela della vita privata».

Si deve pure aggiungere che, come enunciato all’art. 3 della Decisione, tra le finalità generali del programma strategico per il decennio digitale 2030 rientra quella di garantire che i «servizi pubblici e i servizi sanitari e di assistenza siano accessibili a tutti nel quadro di un ambiente online fidato e sicuro, in particolare ai gruppi svantaggiati, comprese le persone con disabilità, e in zone rurali e remote, offrendo servizi e strumenti inclusivi, efficienti, interoperabili e personalizzati con standard elevati in materia di sicurezza e privacy» (par. 1, lett. g).

Anche la Decisione n. 2481/2022, del resto, tiene conto della nuova tecnologia costituita dall’intelligenza artificiale e la prende in considerazione tra le stesse finalità generali e, nel dettaglio, in quella di cui alla lett. e), cioè sviluppare un ecosistema globale e sostenibile di infrastrutture digitali interoperabili in cui le alte prestazioni, la computazione di prossimità (edge computing), il cloud, la computazione quantistica, la gestione dei dati, la connettività di rete e, appunto, l’intelligenza artificiale «lavorano in convergenza, al fine di promuovere la loro diffusione nelle imprese dell’Unione». Coerentemente, l’obiettivo digitale relativo alla trasformazione digitale delle imprese include il raggiungimento almeno del 75 % delle imprese dell’Unione che, in base alle proprie esigenze aziendali, faccia uso di specifiche tecnologie, tra cui l’intelligenza artificiale.

Questa può inoltre svolgere un ruolo nel conseguimento degli obiettivi del ‘Green Deal europeo’. È infatti annoverata, al considerando 6 della Decisione, fra le tecnologie digitali, quali il 5G, il 6G, la blockchain, il cloud e la computazione di prossimità, che «dovrebbero accelerare e massimizzare l’impatto delle politiche per affrontare i cambiamenti climatici e proteggere l’ambiente, anche attraverso cicli di vita sostenibili».

 

S.C.



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