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FOCUS - Osservatorio di Diritto sanitario

 Parere del Comitato economico e sociale europeo sulle misure volte a combattere lo stigma dell’HIV-Contro lo stigma dell’HIV. Il parere del Comitato economico e sociale europeo

  (parere esplorativo richiesto dalla presidenza spagnola) (2023/C 293/06)

Pres. CESE Oliver Röpke

 

Diritti della persona – Diritto alla salute – Assistenza sanitaria – Accesso alle cure – Vulnerabilità e salute della persona con HIV – Diritto al rispetto della vita privata – Riservatezza – Vulnerabilità e rispetto della vita privata della persona con HIV

 

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE), il 14 giugno 2023, ha espresso un parere sulle misure volte a combattere lo stigma dell’HIV. Il parere, adottato ai sensi dell’art. 304 TFUE, è stato reso su richiesta di consultazione da parte della presidenza spagnola del Consiglio dell’UE.

Il Comitato accoglie favorevolmente l’iniziativa di fissare l’obiettivo di eliminare lo stigma e la discriminazione legati all’HIV in Europa entro il 2030.

Per raggiungere lo scopo, il Comitato individua delle linee di intervento a più livelli, tanto sul piano istituzionale – come la necessità di una dichiarazione – quanto su quello più generale, relativo alle condizioni della popolazione – come la sensibilizzazione, la formazione e l’informazione nelle scuole.

Tra queste, rientrano misure legate ad aspetti più strettamente sanitari, per accelerare i progressi «verso la fine dell’epidemia di AIDS entro il 2030», come l’individuazione e l’eliminazione degli ostacoli alla profilassi pre-esposizione (PrEP) per favorire l’accesso ai farmaci e per compiere passi avanti nell’attuazione della profilassi oppure nuove strategie per migliorare la diagnosi precoce; nonché garanzie nell’ambito lavorativo e professionale, che includono la tutela della riservatezza.

Il parere prende in esame la trasmissione dell’HIV considerando il fenomeno nella prospettiva di diverse aree geografiche: in Europa, in Ucraina e nei paesi che ospitano rifugiati ucraini e nel mondo. Si tratta di un «serio problema di salute pubblica» che colpisce oltre 36 milioni di persone a livello globale e riguarda in modo sproporzionato categorie emarginate e soggetti il cui comportamento è socialmente stigmatizzato.

Il problema sociale e quello sanitario, quindi, sono intrecciati e affrontare l’uno implica occuparsi anche dell’altro.

Il Comitato rammenta la posizione dell’OMS, che raccomanda un pacchetto completo di servizi sanitari per la prevenzione dell’HIV, con speciale attenzione al raggiungimento delle popolazioni chiave. In ciò è assai importante l’integrazione dei servizi: da un lato, i servizi di prevenzione dell’HIV e, dall’altro, quelli per la salute sessuale e riproduttiva, la salute mentale, la prevenzione della violenza sessuale e di genere e l’assistenza alle vittime, il trattamento della tossicodipendenza, la prevenzione dell’epatite C e l’assistenza alle persone che ne sono affette, il controllo della tubercolosi, la salute nelle carceri, le malattie non trasmissibili e con servizi per il sostegno legale e sociale.

Richiamando l’attività del programma UNAIDS, il parere attesta come sia storicamente documentato il ruolo delle comunità di persone affette da HIV e di persone attorno a loro, accomunate dalla vicinanza alla condizione di vulnerabilità. Il valore di queste comunità si può cogliere anche in relazione all’erogazione di servizi: le piattaforme che operano a livello di comunità spesso riescono ad essere più efficaci di quelle formali basate sulle strutture sanitarie, nel raggiungere le popolazioni emarginate e scarsamente servite, in particolare in contesti in cui lo stigma e la discriminazione sono diffusi.

Particolare rilievo, nel parere, assume il rispetto della vita privata della persona con HIV.

«Anche con la consapevolezza e l’obiettivo di voler “normalizzare” la condizione di sieropositività – si legge al punto 5.5 – si raccomanda di rispettare il diritto alla vita privata di ciascuno, sia in occasione dei contatti con le strutture sanitarie per l’accesso ai servizi, sia negli ambiti relativi alle attività quotidiane (scuola, lavoro ecc.). Pertanto, in tutti gli Stati membri le norme devono mirare a garantire la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali, nonché della dignità intrinseca della persona affetta da HIV».

Il riferimento implicito del parere è agli artt. 7 e 8 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e all’art. 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Il parere individua poi le ‘popolazioni chiave’, cioè sottogruppi di popolazione che per varie e differenti ragioni non riescono ad essere raggiunte dagli interventi di prevenzione o, una volta infette, a beneficiare delle terapie antiretrovirali attualmente disponibili. Questi soggetti sono particolarmente vulnerabili non solo per il loro comportamento, ma anche per difficoltà di accesso ai servizi HIV a causa della povertà e delle condizioni di emarginazione e isolamento sofferte in differenti contesti sociali per varie motivazioni, di ordine culturale, religioso ed anche giuridico. Presentano tassi di morbilità e mortalità più elevati rispetto alla popolazione generale, hanno minore accesso ai servizi sanitari e svolgono inoltre un ruolo determinante nella diffusione dell’epidemia.

Per affrontare efficacemente l’epidemia da HIV, bisogna che questi gruppi di popolazione siano raggiunti dai programmi mirati di informazione e prevenzione istituzionalmente predisposti, in modo tale che ad essi si rivolgano in maniera proattiva servizi specifici, eventualmente attraverso l’intervento di associazioni non governative, community-based.

«L’assistenza sanitaria è un diritto inalienabile di ogni individuo. Pertanto, l’accesso all’assistenza medica e a un livello minimo comune di servizi di qualità per il benessere delle persone affette da HIV deve essere gratuito e garantito, senza discriminazioni o limitazioni, per tutte le persone che hanno contratto questa malattia, conformemente alle raccomandazioni della classificazione internazionale delle malattie e come avviene per qualsiasi altra malattia. Il rispetto dei principi di uguaglianza ed efficacia deve essere attentamente monitorato e controllato».

Il parere è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 18 agosto 2023 (C293), consultabile in eur-lex.europa.eu.

S.C.



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