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FOCUS - Osservatorio sul diritto elettorale

 Le iniziative referendarie in materia elettorale promosse nell’estate del 2024

La scorsa estate è stata caratterizzata da una rinnovato interesse verso l’istituto del referendum abrogativo ex art. 75 Cost. Molte, infatti, sono state le iniziative presentate, le quali hanno contribuito ad alimentare il dibattito su alcuni temi di attualità. Tra esse ricordiamo quella

 relative alla legge sull’autonomia differenziata e quella avente a oggetto l’abrogazione di alcune disposizioni inerenti alla legge sulla cittadinanza. In questo contesto, un importante fattore di amplificazione si deve alla piattaforma pubblica per la raccolta elettronica delle sottoscrizioni, di cui all’art. 1, commi 341 e ss., della legge 30 dicembre 2020, n. 178, la cui operatività è stata attestata dal DPCM 18 luglio 2024. Tale innovazione tecnologica ha agito da volano per alcuni quesiti, si pensi a quello in materia di cittadinanza, rendendo possibile la raccolta in pochissimo tempo di un numero di firme di gran lunga superiore a quello costituzionalmente necessario, anche per effetto del rimbalzo della campagna di sottoscrizione attraverso i mezzi di informazione e i social.

Tra i molteplici quesiti che gli elettori avevano la possibilità di sottoscrivere vi erano anche delle proposte per abrogare alcune disposizioni della legge elettorale promosse dal Comitato Io voglio scegliere.

Nello specifico, il primo quesito in materia elettorale (che si è fermato a quota 40.684 sottoscrizioni) proponeva di abrogare il voto congiunto tra candidati uninominali e liste plurinominali collegate. Come è noto, l’attuale legislazione elettorale non prevede la possibilità per l’elettore di scindere il voto della quota uninominale da quello della quota proporzionale, con la conseguenza che il voto espresso per le liste viene attribuito direttamente al candidato uninominale collegato. Di riflesso, il quesito - negli intenti dei promotori - si prefiggeva l’obiettivo di abrogare anche il complesso meccanismo di ripartizione del voto tra le liste collegate nel caso in cui l’elettore avesse espresso il voto solo per il candidato alla quota uninominale.

Il secondo quesito proposto, attestatosi su una latitudine di sottoscrizioni ancor più bassa (solo 10.584), chiedeva l’abrogazione delle soglie di sbarramento per l’accesso alla ripartizione dei seggi. Attualmente, infatti, è prevista una soglia del 3% per le liste singole, del 10% per le coalizioni, all’interno delle quali le liste coalizzate che ottengono più dell’1% ma meno dei 3% dei voti, pur non avendo diritto ad accedere al riparto dei seggi, concorrono, con i propri voti, al risultato della coalizione, mentre le liste coalizzate che abbiano ottenuto meno dell’1% vedono i propri voti dispersi.

Il terzo quesito (che ha raccolto 13.759 firme) era incentrato sull’annosa questione della raccolta delle sottoscrizioni per la presentazione delle candidature. A riguardo, si proponeva – si legge nella descrizione dell’iniziativa – di abolire «ogni privilegio nella raccolta delle firme per la presentazione dei candidati», mirando a mettere in condizioni di parità tutti i partiti (anche quelli collegati con gruppi presenti in Parlamento, che solitamente sono esonerati dalla raccolta delle firme).

Da ultimo, vi era un quesito non nuovo nel panorama dei referendum elettorali, concernente l’abolizione delle pluricandidature, dunque la possibilità, per un candidato, di presentarsi in più collegi plurinominali. Ricordiamo in proposito il referendum celebratosi nel giugno 2009, che aveva proprio a oggetto l’abrogazione delle disposizioni sulle candidature multiple previste dalla legge n. 270 del 2005, il quale, tuttavia, non raggiunse il quorum, fermandosi a un’affluenza del 24,02% degli aventi diritto, tra i quali una percentuale dell’87% si espresse a favore dell’abrogazione.

Attualmente, la legge elettorale cd. Rosatellum prevede che si possa presentare la propria candidatura in un solo collegio uninominale e al massimo in cinque collegi plurinominali in tutto il territorio nazionale, escludendo, ora, anche sulla scorta delle indicazioni della Corte costituzionale, che il candidato possa optare per il seggio in cui essere eletto. Il quesito si è fermato a 22.484 sottoscrizioni.



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