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NUMERO 16 - 06/08/2014

I “tempi” e le “priorità” delle riforme tra ricette tecniche ineccepibili e necessità di soluzioni politiche indispensabili

Nelle sedute del 31 luglio e del 1 agosto, dopo giorni di ostruzionismo in Aula, sono stati approvati gli articoli 1 e 2 dell’A.S. n. 1429 – A che riguardano rispettivamente la composizione del Parlamento, il primo, e la composizione e le funzioni del Senato, il secondo. Alla ripresa dei lavori, lunedi, 4 agosto, il percorso di revisione del bicameralismo è ripreso speditamente e sono stati approvati gli articoli riguardanti le regole di nomina dei senatori a vita (art. 3); la durata delle camere (art. 4); i regolamenti di funzionamento delle due Camere (artt. 5 e 6); i titoli di ammissione (art. 7); il divieto di mandato imperativo (art. 8); le regole sull’immunità (art. 6); l’indennità (art. 9). Si sono così poste le basi per la modifica dell’assetto parlamentare che risulterà (se le votazioni successive confermeranno questa impostazione) diversificato in radice sia per la qualità della rappresentanza (il Senato diverrebbe realmente sede della rappresentanza delle autonomie territoriali), nonché per le funzioni della stessa rappresentanza (il Senato perderebbe la prevalente funzione legislativa, e si caratterizzerebbe per funzioni di raccordo con l’UE e con le altre autonomie, di valutazione e di controllo delle politiche pubbliche). Da quanto si apprende dai mezzi di comunicazione, l’impasse che per qualche settimana sembrava aver bloccato il quadro politico parlamentare e fatto temere l’affossamento del percorso della riforma costituzionale pare sia stata superata grazie all’accordo (o perlomeno alla disponibilità all’accordo) manifestati dal Presidente del Consiglio dei ministri sui punti decisivi della futura legge elettorale e, in particolare, sul quorum richiesto ai fini del ballottaggio nazionale e del premio di maggioranza e sulle soglie di sbarramento per l’accesso alla ripartizione dei seggi. Il principale nodo politico che pendeva sulle sorti del processo di revisione sembra dunque sciolto, grazie all’opportuno e ragionevole riallineamento sancito in un accordo extra-parlamentare tra riforma costituzionale e riforma della legge elettorale, anche se sarebbe stato auspicabile che tale accordo fosse divenuto trasparente e pubblico attraverso la contemporanea approvazione in sede parlamentare della prima lettura del d.d.l. n. 1429 e della legge elettorale... (segue)



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