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NUMERO 24 - 17/12/2008

L'impronta climatica

Questo contributo si occupa di impronta e neutralità climatica. È un argomento che in apparenza si discosta dal tema delle energie alternative. In realtà, e come si vedrà, tocca un argomento che ne costituisce la premessa e il fondamento.
L’impronta climatica (corrispondente al termine carbon footprint in uso nei paesi anglosassoni: ma “impronta carbonica” non richiama, in italiano, l’anidride carbonica, ma il carbone) è una unità di misura utilizzata per indicare l’ammontare di emissioni che incidono sul clima prodotte in un predeterminato periodo da un soggetto, che può essere una persona fisica, una persona giuridica, una famiglia, un’entità produttiva, un condominio, ma anche da una città, uno stato o un’area geografica.
Anche a un bene o una merce di uso quotidiano (per esempio, un prodotto alimentare) può essere associata una impronta climatica. In questo caso essa è costituita dall’ammontare di emissioni che sono state necessarie per realizzarlo e per porlo in commercio. L’impronta climatica del bene concorre nel formare l’impronta climatica del soggetto che ne fa uso.  
In definitiva, l’impronta climatica indica il contributo che ciascun soggetto e ciascuna entità porta al cambiamento climatico complessivo. Questo contributo viene espresso convenzionalmente  in kg. di anidride carbonica o biossido di carbonio prodotti (durante un anno se riferito a un soggetto, oppure per la sua realizzazione, se riferito a un bene). In realtà, con questo ammontare si indica non solo l’anidride carbonica effettivamente prodotta, ma anche tutti gli altri gas che alterano l’equilibrio climatico, con diverso grado di incidenza e di permanenza nell’atmosfera (i cosiddetti gas serra), sulla base del loro GWP (Global Warming Potential) e quindi trasformati in kg. di anidride carbonica.  
 L’impronta climatica è una unità di misura diversa e più specifica dell’impronta ecologica, utilizzata fin dal 2002 (si veda il Living Planet Report di quell’anno). Quest’ultima misura il consumo alimentare, materiale ed energetico di un soggetto, di una collettività, di uno stato, usando come unità di misura la superficie terrestre o marina (espressa in ettari) necessaria per produrre le risorse naturali o, nel caso dell’energia, per assorbire le emissioni di anidride carbonica, causa primaria del cambiamento climatico. Misura, in altri termini, la quantità di natura utilizzata da ciascun soggetto o da ciascuna collettività (espressa in ettari/procapite/anno). Il calcolo dell’impronta ecologica consente di conoscere la superficie di pianeta utilizzata da ciascuno ogni anno in base alle proprie abitudini e consumi.
La conoscenza del peso della propria impronta climatica permette di raggiungere la neutralità climatica, che indica la condizione di un soggetto o di una istituzione che non produca effetti dannosi sul clima, sia riducendo l’impatto della propria impronta, sia compensando i residui effetti prodotti con la partecipazione a opere o interventi destinati a ridurre il cambiamento climatico globale. Quest’ultima operazione è denominata “carbon offset”.
 
(segue)



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