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Da qualche anno a questa parte il dibattito sull’indirizzo politico è tornato ad animarsi; ed è interessante chiedersi quale ne sia la ragione. Forse, questa sta nel fatto che – se ne abbia o no piena consapevolezza – l’indirizzo stesso è diffusamente avvertito come un “bene” di cui si ha un disperato bisogno, una sorta di obiettivo che va ad ogni costo centrato, senza però che si sappia come fare per raggiungerlo a pieno, ovverosia che – parafrasando Pirandello – si presenti a mo’ di un personaggio in cerca di autore. È singolare, ad ogni buon conto, la circostanza per cui gli studi che lo hanno ad oggetto oscillino tra due poli opposti e sideralmente distanti l’uno dall’altro: da quello che porta all’esito per cui la sua ricerca parrebbe dimostrarsi vana, inducendo ad un pessimismo senza speranza circa la possibilità di averne effettivo riscontro... (segue)
Dopo un difficile compromesso, fumata bianca al Consiglio europeo sui principali posti apicali nell'Unione europea
Carlo Curti Gialdino (03/07/3019)
Politica industriale europea e ‘questione’ amministrativa: alcune indicazioni preliminari
Gian Paolo Manzella (24/07/2024)
Il parlamentarismo dualistico francese dopo le elezioni legislative 2024: un sistema elettorale che non garantisce la stabilità di governo e non mette in evidenza i poteri costituzionali del Capo dello Stato, del Parlamento e del Governo
Jacques Ziller (10/07/2024)
Le elezioni messicane del 2 giugno 2024: consolidamento della democrazia pluralistica o anteprima dell'erosione democratica?
Marco Olivetti (26/06/2024)
Europee: Italia al voto tra astensionismo e polarizzazione
Lorenzo Pregliasco e Valentina Porta (12/06/2024)