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Con la chiusura nella settimana scorsa della due giorni (il 21 ed il 27 ottobre) del vertice dei capi di stato e di governo dell’Eurozona dedicato alla risoluzione del finanziamento del debito sovrano della Grecia (con relativa imposizione di una perdita del 50% sul debito detenuto da privati), all’approvazione del programma di riforme chiesto all’Italia, all’aumento del fondo salva Stati e alla ricapitalizzazione delle banche, si riteneva che l’Europa avesse superato il momento più difficile della crisi che sta attraversando. I giornali dei giorni successivi, intervistando i leader europei, evidenziavano un clima generale di euforia, peraltro manifestato dal positivo andamento dei mercati finanziari. Quanto accaduto tra venerdì e l’inizio di questa settimana con la caduta delle borse europee e di Wall Street, ed in particolare dei titoli bancari (compresi quelli delle banche francesi e tedesche maggiormente esposte nei confronti del debito greco), con la (improvvida?) decisione presa dal primo ministro Papandreu di sottoporre a referendum il piano dell’Ue, con l'aumento dello spread. .. (segue)
Dopo un difficile compromesso, fumata bianca al Consiglio europeo sui principali posti apicali nell'Unione europea
Carlo Curti Gialdino (03/07/3019)
Il parlamentarismo dualistico francese dopo le elezioni legislative 2024: un sistema elettorale che non garantisce la stabilità di governo e non mette in evidenza i poteri costituzionali del Capo dello Stato, del Parlamento e del Governo
Jacques Ziller (10/07/2024)
Le elezioni messicane del 2 giugno 2024: consolidamento della democrazia pluralistica o anteprima dell'erosione democratica?
Marco Olivetti (26/06/2024)
Europee: Italia al voto tra astensionismo e polarizzazione
Lorenzo Pregliasco e Valentina Porta (12/06/2024)
I controlli della Corte dei conti e i complessi equilibri del sistema delle autonomie
Paolo Pietrangelo (03/06/2024)