La Festa del 1° maggio affonda le sue radici nelle lotte operaie e sindacali, si festeggia in tutto il mondo, tranne che negli Stati Uniti, e la sua consacrazione quale festa nazionale - così come una delle ragioni per cui ancora oggi continuiamo a celebrarla - ha l’obiettivo di spingerci a ricordare la centralità dell’esperienza storica dei movimenti sindacali e delle conquiste economiche e sociali raggiunte dai lavoratori. Conquiste la cui portata si misura con tutta la sua forza già fermandosi alla lettura della nostra Costituzione, che fonda la Repubblica sul lavoro (art. 1) e che prescrive la tutela del lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni (art. 35), riconoscendo, in particolare, il diritto dei lavoratori (subordinati) ad una retribuzione giusta (art. 36). Dal programma elaborato dall’Assemblea costituente ci separano 76 anni nei quali si è avuta un’attività intensissima del legislatore e delle parti sociali, che ha contributo alla costruzione di un diritto del lavoro complesso, al quale le regole poste dalla contrattazione collettiva concorrono in maniera molto ampia e significativa... (segue)
Dopo un difficile compromesso, fumata bianca al Consiglio europeo sui principali posti apicali nell'Unione europea
Carlo Curti Gialdino (03/07/3019)
Il referendum sul regionalismo differenziato: i principi, l’attuazione, le Corti e la sovranità popolare
Annamaria Poggi (01/01/2025)
Il continente africano tra tradizioni giuridiche autoctone e contaminazione con i modelli occidentali
Emma A. Imparato (23/12/2024)
Il ruolo della Corte costituzionale nella difesa del principio di uguaglianza e degli obblighi europei ex art. 117, primo comma, Cost.
Nicolò Zanon (18/12/2024)
Mattei: il Piano che visse due volte
Raffaele Cadin e Valeria Piergigli (04/12/2024)