editoriale di Renzo Dickmann
Il rapporto tra le Camere “entranti” e il Governo “uscente” all’inizio della legislatura. Il potere parlamentare di indirizzo politico ad acta singula
All’inizio della XVII legislatura, a causa del protrarsi delle consultazioni per la formazione del nuovo Governo, presso le due Camere si sono registrati alcuni originali precedenti rispetto alla corrispondente fase iniziale delle precedenti legislature repubblicane, che inducono a riflettere sulla natura del rapporto che lega Camere “entranti” e Governo “uscente”. Infatti, pur in assenza di un rapporto di fiducia ciascuna Camera ha approvato indirizzi sotto forma di risoluzioni dirette al Governo in carica. Si tratta di due atti: risoluzione sulla relazione al Parlamento con la quale il Governo, ai sensi dell’art. 10-bis, comma 6, della legge di contabilità generale 31 dicembre 2009, n. 196, ha prospettato l’aggiornamento degli obiettivi di finanza pubblica; risoluzione per consentire allo stesso Governo di emanare un decreto legislativo su Roma Capitale, per il quale era imminente la scadenza della delega, dopo che il Governo stesso aveva reso comunicazioni alle Camere ai sensi dell’art. 2, comma 4, della legge 5 maggio 2009, n. 42, sul federalismo fiscale, per documentare le ragioni che rendevano necessario procedere alla relativa emanazione. Si segnala inoltre che, prima del voto di fiducia al nuovo Governo presieduto da Enrico Letta, era prevista presso le due Camere la discussione e l’approvazione con risoluzione del Documento di economia e finanza (DEF) 2013, predisposto dal Governo uscente presieduto da Mario Monti, ai sensi degli artt. 7, comma 2, lett. a), e 10 della citata legge n. 196 del 2009, di contabilità generale. Si ricordano inoltre alcune informative urgenti richieste al Governo dalle Camere su alcuni casi di stringente attualità... (segue)
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