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Numero 17 - 07 settembre 2011 NORMATIVA [50]    GIURISPRUDENZA [8]    DOCUMENTAZIONE [5]

Chi aiuta chi nel mondo globalizzato?

E' di qualche settimana fa la notizia che l'India sta per costituire un fondo per erogare aiuti per lo sviluppo dei paesi poveri: la dotazione sarà di circa due miliardi di dollari all'anno: una somma pari a quella annualmente destinata a questo scopo da paesi come l'Australia e il Belgio.
Può sembrare normale e perfino equo che un paese emergente, con una crescita del PIL di oltre il 6% in media negli ultimi nove anni, dedichi una parte delle proprie risorse per i paesi più poveri.
Qualche perplessità però desta il fatto che, a partire dal secondo dopoguerra, l'India sia anche in testa all'elenco dei paesi destinatari di aiuti e, anzi, il paese più aiutato della storia (nei quaranta anni tra il 1951 e il 1991 ha ricevuto più di 55 miliardi di dollari). Le perplessità aumentano se si considera che ancor oggi, nonostante gli enormi progressi economici realizzati, in India ci sono, secondo dati del 2010, circa 420 milioni di persone che vivono in stato di povertà (di più che nell’intera Africa).
Il caso dell'India, che nello stesso tempo dà e riceve aiuti umanitari, può sembrare paradossale, ma è tutt'altro che isolato.
Da qualche anno ai primi posti nella lista dei paesi donatori, alla pari con la Svezia e con l'Italia, c'e il Brasile, che pure resta tra i paesi che ricevono aiuti in quantità cospicua (anche se sempre più ridotta): anche qui, secondo dati recentissimi vivono oltre 16 milioni di abitanti in condizioni di estrema povertà.
L'affermarsi come potenze economiche sulla scena mondiale di paesi fino a qualche anno fa poveri, o, come si usava dire, sottosviluppati (l’infelice espressione è stata coniata da Truman nel 1949) e la crisi economica che ha colpito le economie dei paesi ricchi hanno in pochi anni stravolto la politica degli aiuti allo sviluppo e affievolito la netta distinzione tra i due gruppi dei i paesi donatori e dei paesi percettori di aiuto.
È cambiata la composizione dei primi (fino a 10 anni fa, la totalità degli aiuti proveniva da 15 paesi ricchi, membri di un club ristretto, denominato Development Assistance Committee, DAC) e dei paesi aiutati (la Cina ha ricevuto nel 2005 l'ultimo donativo di grano dal World Food Programme ed è ora collocata, nella graduatoria dei paesi donatori, alle spalle degli Stati Uniti, da sempre il paese più munifico in aiuti se si esclude l'Unione Europea complessivamente considerata)... (segue)

L’interpretazione conforme a Costituzione: problemi e prospettive di un sistema diffuso di applicazione costituzionale all’interno di un sindacato (che resta) accentrato.

Il tema assegnatomi, l’interpretazione conforme a Costituzione, oltre che uno degli aspetti più attuali e problematici, è un topos caratteristico della giurisprudenza costituzionale e rappresenta uno dei tratti capaci di connotare in profondità il nostro sistema di giustizia costituzionale nel suo complesso. Pertanto, una sua piena cognizione – che passi dal cosa sia, al perché e come si sia affermata, e al come funzioni, schiude le porte ad una visione prospettica del ruolo futuro della Corte costituzionale... (segue)

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Disapplicazione e diritto comunitario. La flessibilità come unica via per garantire coerenza all’ordinamento in una prospettiva sempre più integrata

L’integrazione europea rappresenta un fenomeno assai peculiare nel panorama giuridico finora conosciuto. I Trattati istitutivi delle Comunità europee che hanno dato vita alla costruzione comunitaria non possono essere considerati come comuni accordi internazionali, in forza dei quali ogni stato contraente si impegna semplicemente a rispettare specifiche obbligazioni reciproche, ma sono... (segue)

 

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“Negoziare le leggi”: quando Stato e Regioni fanno a meno della Corte costituzionale

L’indagine ha come oggetto i ricorsi in via principale dello Stato e delle Regioni ex art. 127 Cost. (oggetto di modifiche introdotte dalla legge costituzionale n. 3 del 2001) con l’intento di verificarne la consistenza (individuandone i numeri assoluti... (segue)

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Il giudizio sull’ammissibilità delle richieste di referendum abrogativo

Il primo articolo della Costituzione repubblicana del 1947, volto a delineare i caratteri essenziali dell’ordinamento costituzionale, si apre con la nota formula secondo cui l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Se la qualificazione della forma repubblicana assume una valenza puramente ricognitiva... (segue)

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  • La lezione (disattesa) del Presidente Napolitano e il surreale dibattito sulla correzione della manovra finanziaria di mezza estate

    Ad assistere al dibattito di questi giorni sulla conversione in legge della manovra di aggiustamento finanziario (D.L. n. 138 del 13 agosto 2011), vien da pensare che resti del tutto disattesa la straordinaria lezione di responsabilità istituzionale, di orgoglio nazionale e di realismo politico tenuta dal Presidente Napolitano al Meeting di Rimini; ciò a dispetto dei plausi unanimemente resi in quell’occasione dalle forze politiche alle parole del Capo dello Stato.
    Nel messaggio presidenziale il “linguaggio della verità”, così provocatoriamente invocato, non si è tradotto solamente... (segue)
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  • Spoils System e dirigenza pubblica

    La normativa sull’organizzazione delle pubbliche amministrazioni impone da sempre una particolare attenzione al ruolo della dirigenza, perché è ad essa che spettano le competenze e le responsabilità per quel che riguarda l’attuazione dei programmi, l’adozione dei provvedimenti, nonché la gestione delle risorse umane, finanziarie e materiali.
    E’ per questo che, in un modello sempre più sganciato dal formalismo e sempre più proteso alla realizzazione di obiettivi chiari e predeterminati, la scelta dei soggetti da preporre agli uffici direttivi, le modalità ed i criteri con cui gli stessi sono selezionati... (segue)
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  • Il diritto di petizione negli Statuti regionali. Un istituto obsoleto o nuove ipotesi di sua utilizzazione?

    Il diritto di petizione, istituto di partecipazione popolare, consiste nella “facoltà di adire un’autorità al fine di rappresentare determinate esigenze o di sollecitare l’adozione di particolari provvedimenti”.
    Viene peraltro esercitato raramente a livello nazionale, tanto che la dottrina maggioritaria lo considera istituto oramai desueto, soprattutto a causa dell’emergere di nuovi e più efficaci strumenti – rispetto a quelli vigenti nel periodo di entrata in vigore della Costituzione italiana – attraverso i quali è possibile per la comunità sociale e per il singolo cittadino comunicare, fare pressioni e avere un più efficace collegamento con le istituzioni... (segue)
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