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Numero 18 - 21 settembre 2011 NORMATIVA [44]    GIURISPRUDENZA [8]    DOCUMENTAZIONE [35]

Il referendum elettorale: tra l'infanticidio e il miracolo di Lazzaro

I sistemi elettorali sono strumenti tecnici ad alta valenza politica che si connettono alla forma di Stato ed influiscono sulla dinamica della forma di governo. La legge Calderoli per la elezione di Camera e Senato è veramente una porcata incostituzionale ed è certo peggiore della stessa legge Mattarella che ha modificato, ma le leadership deboli dei partiti esistenti hanno un sostanziale interesse a mantenerla in vita. La funzionalità istituzionale e i rischi di delegittimazione sistemica richiedono, però, che la si modifichi radicalmente e che si intervenga anche sul complessivo comparto della legislazione elettorale per conformarlo alla sua natura di ordinamento democratico sempre più negata. La via legislativa è ovviamente quella più razionale, ma come fare, se la decisione viene sempre impedita dai veti contrapposti di tipo intra e interpartitico?  Sin dagli anni ’80 la via referendaria, di cui all’art. 75 Cost., è stata identificata come indirizzo privilegiato per rompere l’immobilismo in materia. Dichiarata l’ammissibilità dei quesiti in materia elettorale da parte della Corte costituzionale, nel 1991, nel 1993 e nel 1995 le consultazioni in argomento hanno avuto successo, mentre nel 1999 e nel 2009 non hanno raggiunto il quorum dei votanti necessario. Il referendum sulla preferenza unica del 1991 e, soprattutto quello sulla quota proporzionale del Senato del 1993, hanno contributo a marcare con il voto popolare una vera e propria discontinuità tra la prima e la seconda fase della storia della costituzione repubblicana. Nel periodo successivo si sono ripetuti gli sforzi di vari comitati promotori per addivenire al mutamento della legge elettorale vigente (prima le leggi Mattarella, poi quella Calderoli), ma le consultazioni ammesse sono sempre fallite, come tutte le altre, per il mancato raggiungimento del quorum.... (segue)

La Giustizia costituzionale in trasformazione: la Corte tra giudice dei diritti e giudice dei conflitti

Quando mi è stato rivolto l’invito a partecipare a questo convegno – invito di cui sono molto grato – mi sono chiesto quale contributo avrei potuto mai dare ad una discussione sul ruolo oggi assunto dalla Corte costituzionale, non essendo io né un componente di quella corte né uno studioso del diritto costituzionale. La sola risposta ragionevole mi è parsa quella di far leva sulla mia esperienza di consigliere della Corte di cassazione per trarre da essa qualche breve riflessione sul modo in cui le due corti reciprocamente si influenzano. Ed è quanto mi accingo a fare... (segue)

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Gli 'esclusi' dai conflitti tra poteri dello Stato

L’art. 37 della l. 87/1953, che disciplina i conflitti di attribuzione tra poteri dello Stato, contiene, come noto, una descrizione assai generica di cosa si debba intendere per “potere dello Stato". Al comma 1 vi si legge infatti che:
“Il conflitto tra poteri dello Stato è risoluto dalla Corte costituzionale se insorge tra organi competenti a dichiarare definitivamente la volontà del potere cui appartengono e per la delimitazione della sfera di attribuzioni determinata per i vari poteri da norme costituzionali”... (segue)

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Il mandato d'arresto della Corte Penale Internazionale nei confronti di Gheddafi e dei suoi collaboratori: un passo in avanti nella lotta all'impunità?

Il 16 maggio 2011 il Procuratore capo Luis Moreno Ocampo ha chiesto ai giudici della Corte Penale Internazionale di emettere un mandato di cattura per crimini contro l’umanità nei confronti di Muhammar Gheddafi, di suo figlio Saif Al-Islam, considerato suo braccio destro e successore designato al potere, e del cognato Abdullah Al-Senussi, capo dei servizi segreti del Paese. Le prove raccolte dall’Ufficio del Procuratore dimostrerebbero che il leader libico ha ordinato personalmente attacchi contro civili inermi e che ha continuato a perpetrare tali violenze per preservare il suo potere assoluto. Sulla richiesta del Procuratore di procedere nei... (segue)

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Il caso namibiano, tra rispetto delle tradizioni culturali e lotta alla segregazione razziale: profili di storia costituzionale

La Namibia ha recentemente celebrato il ventunesimo compleanno della sua prima Costituzione. Era il 21 marzo 1990 e il Paese festeggiava la nascita di una Repubblica indipendente e democratica. Tale data, oltre a segnare l’entrata in vigore della Carta fondamentale, individua anche la cessazione di oltre cento anni di dominazione, sia legale che de facto, perpetrata prima ad opera dei colonizzatori tedeschi e poi proseguita da parte del Sudafrica. Tale evento ha rappresentato un momento cruciale non solo per quanto riguarda il cammino della Namibia verso una democrazia che aspira al consolidamento, ma anche per altri Paesi che... (segue) 

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  • Le ordinanze dei sindaci ed i regolamenti comunali nel sistema della sicurezza urbana

    Risulta particolarmente complicato trovare un significato univoco ed esaustivo al concetto di sicurezza. Si tratta di una di quelle nozioni che, come è stato autorevolmente sostenuto, “fatica ad essere definita esclusivamente con riferimento al proprio contenuto concettuale” e quindi necessita di ulteriori qualificazioni.
    La sicurezza infatti implica, da un lato, profili relazionali, in quanto le esigenze ad essa sottese sono generalmente destinate ad essere soddisfatte da interventi coordinati ed integrati di più soggetti istituzionalmente diversi; dall'altro, si connota per il suo... (segue)
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  • Primissima lettura della Adunanza plenaria n. 15 del 2011

    Facendo opportuno uso del proprio potere di nomofilachia (rafforzato dall’art. 99 c.p.a.), con la sentenza in rassegna l’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato è intervenuta a ricostruire il complesso “sistema s.c.i.a.”, affrontando e risolvendo le numerose e delicate questioni sollevate da una disciplina tradizionalmente contraddittoria e incoerente (sulla quale sia consentito rinviare da ultimo a M.A. Sandulli, Dalla d.i.a. alla s.c.i.a.: una liberalizzazione <<a rischio>>, in Rivista giuridica dell’edilizia, 6, 2010, 465). In attesa di più approfonditi commenti sulla pronuncia e sulle diverse tematiche da essa affrontate, merita sin da ora segnalare... (segue) 

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